martedì 24 novembre 2020

Padre Santino Bisignano: una vita donata

P. Santino è nato 88 anni fa (19/8/1932) a Budoia, in provincia di Pordenone. Ha frequentato le scuole elementari e i primi due anni delle medie in due Comuni della Provincia di Savona (Ferrania e Carcare). Siamo negli anni della seconda guerra mondiale. Trasferitosi in Sicilia ha completato le Medie e ha frequentato il liceo classico a s. Piero Patti (ME).

Si potrebbe dividere in 5 tappe la corsa della sua vita, come direbbe s. Paolo, da quando, più o meno diciottenne, conseguita la maturità classica, decise di consacrarsi al Signore nel nostro Istituto missionario. Sono tappe che come una spirale lo portano ad allargare sempre più il cuore per il servizio che gli è chiesto.

La prima tappa è quella degli anni della sua formazione che comincia con il noviziato vissuto a Ripalimosani (CB), al termine del quale, dopo i primi voti emessi il 7 ottobre 1952, si trasferisce allo Scolasticato di s. Giorgio canavese per gli studi di filosofia e teologia.

Nelle note del maestro dei novizi possiamo cogliere alcuni tratti della sua persona:

«Spirito di fede molto sviluppato. Pietà viva e profonda. Molto edificante per lo zelo, l’umiltà, il distacco… Regolarissimo. Docile e ubbidiente come un bambino. Limpido coi superiori come un cristallo. Abbastanza socievole, molto caritatevole, generoso nell’aiutare i compagni.  Amante della vita di comunità. …  Soggetto molto promettente per le sue belle doti naturali e soprannaturali. Felicemente riuscirà prezioso nelle opere della Congregazione, sia nelle missioni che ardentemente desidera, che in Italia, tanto nelle opere di formazione che negli altri ministeri».

Il Superiore dello Scolasticato conferma l’andamento positivo del suo impegno formativo: riesce molto bene negli studi ed è molto applicato nella vita interiore; «dà seri affidamenti per l’avvenire. Soggetto ottimo sotto ogni aspetto».

Ordinato sacerdote a Villalba di Guidonia (RM) il 24 agosto 1958, riceve la prima obbedienza per lo Studium a Roma e poi per la Comunità di Via dei Prefetti per perfezionare gli studi di teologia presso l’Università Gregoriana e per la licenza in psicologia presso l’Università salesiana.

Terminati gli studi inizia la seconda tappa della sua vita. Nell’agosto del 1962 è inviato a Firenze come professore della Scuola apostolica degli Oblati dove resterà fino al 1969.

Sono gli anni del Concilio Vaticano II e sono gli anni della contestazione; anni di profondi cambiamenti all’interno della vita della Chiesa e della società civile. La protesta globale entra in seminario: i giovani in formazione sentono il bisogno di autenticità e di un ritorno al Vangelo. Tuttavia, i seminari, nella maggior parte dei casi, si svuotano… Anche le case di formazione degli Oblati in Italia cominciano a svuotarsi: il noviziato a Ripalimosani chiuderà nel 1968, lo Studentato teologico a san Giorgio Canavese, che rimane aperto, raggiunge comunque il punto più basso di presenze della sua storia».

P. Santino racconta: «In questo contesto ecclesiale e anche oblato mi trovavo anch'io, mentre ero alla Scuola Apostolica di Firenze, dove il Provinciale dell'epoca mi aveva inviato subito dopo gli studi. … Con alcuni confratelli iniziammo a confrontarci e a cercare, nonostante il clima delicato della Provincia, qualche nuova modalità educativa. … La scuola Apostolica di Firenze conobbe, soprattutto nel ‘67 … momenti di grande sofferenza…. Fu in questo periodo che mi giunse l'invito di Chiara Lubich a partecipare all'incontro dei religiosi al Bondone, nel Trentino, che si teneva proprio nel mese di agosto».


Con questo incontro comincia
la terza tappa della vita di p. Santino, quella legata alla nascita della Comunità di Marino e alla rinascita vocazionale del nostro Istituto. Durante quell’incontro che si svolge in montagna, sul Bondone, nel contesto di una profonda esperienza di comunione tra i 25 religiosi presenti, provenienti da diversi Istituti religiosi e aderenti all’Ideale del Movimento dei focolari, «un pomeriggio - racconta p. Santino - dopo aver vissuto uno dei momenti più intensi di grazia, ci siamo trovati con P. Marcello a conversare durante una pausa in mezzo ad un prato. Immediato un pensiero: fare un consenserint, cioè chiedere al Signore, uniti nel Suo nome, che Egli ci facesse dono di una comunità che vivesse con Gesù in mezzo. E che, se questa era la sua volontà, in questa comunità venissero formati i giovani che Lui ci avrebbe fatto conoscere e inviato».

Tutti sappiamo come questa richiesta sarà esaudita: arrivò la casa, a Marino, per le vie impensate della Provvidenza e che si concretizzarono attraverso la generosità della Signora Solina; arrivarono i giovani e con essi, pian piano, negli anni, tante vocazioni.

Dal 1967 ad oggi sono passati per la Comunità di Marino centinaia di giovani, un terzo dei quali, circa, ha scelto di consacrarsi poi nel nostro Istituto.

Intanto lo Scolasticato veniva trasferito da s. Giorgio canavese a Vermicino-Frascati e p. Santino, dopo 4 anni di presenza a Marino (1969-1973), fu trasferito a Vermicino, come superiore della Comunità. Vi rimase nove anni, fino al 1982.


La quarta tappa
è la tappa che lo vede a servizio della Vita della Provincia e della Vita consacrata. È una tappa che comincia nella seconda metà degli anni settanta, mentre era ancora superiore allo Scolasticato e che durerà fino al 2006, 30 anni circa.

Diversi sono gli incarichi e gli impegni che gli vengono affidati; nel versante Oblato: è nominato membro del Comitato permanente Europeo della formazione (’76-‘88) e poi Consigliere provinciale (fine anni settanta); nel 1989 è eletto Provinciale della Provincia italiana, ruolo che rivestirà per due mandati, fino al 1995.

Nel versante della Vita religiosa ha dato un valido contributo in diverse aree: innanzitutto come professore all’Università salesiana e al Theresianum (’76-89), inoltre come Consultore dell’Ufficio formazione dell’USMI (Unione Superiore maggiori d’Italia) e come membro dell’Ufficio formazione della Conferenza Italiana dei Superiori maggiori (CISM) (’83-’90), di cui diventerà Presidente nel 1990. Nel 1994 partecipa al Sinodo della Vita Consacrata come Uditore e nel 2006 è nominato Consultore della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica.

Sono tanti segnali della grande stima nei suoi confronti per la competenza e la passione che gli viene riconosciuta nel campo dell’animazione della Vita consacrata.

P. Silvano Pinato, attuale segretario della CISM, che ha voluto farsi presente in questa occasione per dare una sua testimonianza, ricorda p. Santino col «volto sereno, sempre pieno di gioiosa creatività». E poi continua: «Mi lascia il grato ricordo della sua passione per le Vocazioni alla vita religiosa e l'impegno profuso per la formazione dei Formatori. A lui la CISM deve l'avvio dei suoi annuali Convegni per i Formatori che tanto hanno contribuito ad approfondire e dare risposte ai problemi legati alla formazione alla vita religiosa dentro il vigoroso cammino di rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II».

L’ultima tappa lo vede nel cuore della Chiesa universale.

Nel 2006 viene nominato Direttore del Centro catechetico di Propaganda fidae, un’esperienza residenziale per catechisti provenienti da tante parti del mondo. Svolgerà questo compito per tre anni, prima di passare al Collegio Urbano come padre spirituale dei seminaristi dove resta per altri tre anni. I numerosi catechisti e seminaristi da lui accompagnati, hanno fortemente apprezzato il suo spirito sacerdotale, missionario e umano, qualità queste estremamente preziose nell’ambito della formazione; hanno sentito in lui “un vero padre, buono, accogliente e sempre disponibile ad ascoltare ed offrire il necessario aiuto” .

Ha ormai 80 anni, ma è ancora desideroso di rendersi utile. Ed è una gioia grande per lui ricevere  l’invito da parte di S.E.Mons. Angelo Becciu a collaborare nell’Ufficio di corrispondenza di Papa Francesco. Inizia questo compito il 7 ottobre 2013, una data per lui significativa perché coincide con l’anniversario della sua professione religiosa (avvenuta nel 1952). Per 5 anni entra a diretto contatto con il cuore della gente che da tutto il mondo presenta al Papa le proprie gioie e le proprie sofferenze. Tutto questo gli allarga il cuore perché gli dà la possibilità di poter vivere anche in questo modo la vicinanza alla gente e, in particolare, ai poveri dai molteplici volti che come Missionari vogliamo servire.

Nella lettera di saluto a Mons. Paolo Borgia il 26 settembre 2018, a conclusione di questo suo servizio nel cuore della Chiesa, p. Santino scrive: «Dopo 5 anni la salute mi obbliga a ritirarmi per una diminuzione della vista che impedisce la lettura. Inizia così una nuova tappa della mia vita, che coincide con il 60° di Sacerdozio, nella scoperta quotidiana del nuovo modo di essere missionario e di servire la Chiesa».

Come ha vissuto la sua missione negli ultimi due anni di vita? Lo confida in un colloquio ad un confratello: «Ogni mattina prendo una comunità oblata della Provincia per cui pregare. Durante la giornata penso ai singoli oblati di quella comunità; se posso telefono anche a qualcuno di loro. Ma soprattutto prego e offro la mia sofferenza per loro».

Nella sua lunga vita p. Santino ha assunto tanti incarichi e ha fatto tante cose. Chi lo ha conosciuto sa la passione e l’amore che ha messo nel farle e che trovano la loro radice nell’amore per il Signore Gesù, per la Chiesa e per la Congregazione. Un amore illuminato dal Carisma di Eugenio de Mazenod e dal Carisma di Chiara Lubich unificati in una vita che ne ha manifestato la fecondità.

È bello poter riportare qui l’ultimo colloquio telefonico avuto con p. Carmine Marrone, il giorno prima di andare in ospedale: «In questi mesi – dice p. Santino - ho pregato tanto per le persone colpite dal coronavirus e ora il Signore mi fa il dono di poter essere vicino in modo speciale alla loro esperienza di dolore. Offro tutto per la Chiesa, la Congregazione e la comunità di Marino».

Nelle ultime righe del testamento spirituale che p. Santino ci ha lasciato ha scritto: «… La Vergine Maria mi ha sempre accompagnato nella mia vita fin dagli inizi. A lei mi sono affidato pregandola di prepararmi all’incontro, “vestito a festa” come faceva mia mamma nel prepararmi la domenica per la Messa, a celebrare l’Eucarestia».

A lei lo affidiamo perché lo presenti al suo Gesù, fonte e bellezza della vita.


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