venerdì 16 agosto 2019

Ma dietro c’è una comunità


La festa liturgica dell’Assunta è passata, ma la celebrazione della festa a Santa Maria continua.
anche questa sera, fino a notte alta, la chiesa sarà gremita di persone che stanno lì, in silenzio, a guardare e pregare Maria.
La festa terminerà domani sera quando la statua della Madonna sarà portata in piazza e persone, in lunghe file, potranno toccarla fino a mezzanotte, a cominciare dai malati a cui è dedicata la serata.
Infine, dopo i fuochi d’artificio, la statua verrà riposta nella sua nicchia, nella bella cappella cinquecentesca.


Una grande festa, dietro alla quale c’è una grande comunità.
La comunità degli Oblati, innanzitutto. Sono 16, la maggior parte anziani, ammalati. Un padre Ottorino, ultranovantenne, in carrozzella, è il primo a scendere appena si apre la chiesa alle 6.00 del mattino e l’ultimo a ritirarsi la sera. Il suo è un interminabile servizio di confessioni, accompagnamento spirituale, ascolto… Altri sono impediti e restano nelle loro stanze, altri hanno bisogno di assistenza continua. Anche loro, in questa situazione di impotenza, collaborano alla vita del santuario. Ognuno dà quello di cui è capace, tutti attivi, a iniziare naturalmente da quanti lavorano a tempo pieno nel ministero pastorale.


Ma non solo gli Oblati. C’è uno stuolo di laici che si dedica alla vita del santuario, con l’animazione liturgica, l’accoglienza, il lavoro di segreteria, di custodia. Alcuni di loro condividono appieno la missione oblata, altri sono legati al Rinnovamento dello Spirito, altri al Movimento dei focolari.
Questa sera ho incontrato il gruppo delle famiglie per un dialogo semplice e partecipato, nel quale abbiamo ripercorsi alcuni tratti del cammino di Maria. Sempre la stessa esperienza, più parlo delle cose belle più ne resto convinto!
Davvero una comunità viva, motivata, che fa bella la Chiesa.


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