venerdì 9 agosto 2019

I vescovi a Graz: maestri perché discepoli



Con la meditazione di questa mattina ho terminato il mio “ritiro” con i vescovi.
Che grazia essere stato una settimana con loro, così da poter vivere il “Farsi santi insieme”, adempiendo quanto mi aveva ricordato il confessore quando gli avevo detto che mi stavo allontanando dalla santità: “Cerchi ancora la santità da solo? Ma non dobbiamo farci santi insieme?”. Proprio così. Che illusione o almeno che cammino arduo volersi fare santi da soli. Meglio lasciare che venga in Santo in mezzo a noi. Lui, il Santo, è nel seno del Padre. È dunque Gesù tra noi che ci introduce là dove lui vive, in Paradiso.

Il Papa per questo incontro avrebbe potuto augurare ai vescovi di mostrare una Chiesa santa. Invece li ha invitati a mostrare una Chiesa gioiosa. La gioia è la santità che si manifesta. Vivere dunque l’amore reciproco con la misura dell’amore di Gesù, lasciare che venga in mezzo a noi, che ci dia la sua gioia e ci introduca nel seno del Padre. Non più, come diceva Klaus Hemmerle, con Dio, come Dio, ma nel seno del Padre. Non più vicino a Dio, con Dio, ma in Dio: avere il proprio io in Dio.


Il risultato? Vescovi luminosi! Pieni di luce, pieni di gioia.
Come se i problemi della Chiesa affrontati con tanta verità in questi giorni si fossero sublimati, persi nella luce di Dio.
Li ho sentiti fare comunione d’anima fra di loro, vescovi che si donano reciprocamente il lavoro di Dio e la sua presenza in loro. Come l’apostolo Paolo che nelle sue lettere, accanto alla dottrina, trasmette il vissuto, o meglio dona una dottrina che è esperienza e vita.
Maestri della fede che si fanno discepoli, maestri perché discepoli.


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