sabato 3 agosto 2019

Accumulare tesori: per chi?



La parola greca, tradotta con “accumulare tesori”, è θησαυρίζω, thēsaurízō.
Mi piace, mi sembra davvero bella.
Abbiamo anche noi la parola tesorizzare, ma è meno comune.
E poi il tesoro! una parola magica. Fa venire in mente il tesoro nascosto dei pirati, o la caccia al tesoro, qualcosa di molto prezioso: gioielli, oro, denari…
Nel dizionario greco trovo che tesoro può essere tradotto anche con “granaio”. In una società contadina il grano è un bene di grande valore che il possidente terriero o il contadino ripone nella sua cassaforte: il granaio, appunto.
Anche il ricco proprietario della parabola che racconta Gesù pensa di “far tesoro” dell'abbondante raccolto costruendo dei grandi granai.
Altri “fanno tesoro” della propria esperienza o dell’arte o dei segreti del mestieri o della cultura acquisiti, spesso con tanta fatica.

Ma è proprio un male mettere da parte, “accumulare tesori”? Perché Gesù ce l’ha tanto con questi benedetti tesori e con le ricchezze?
Nel testo in questione il problema è dato dal pronome riflessivo: “per sé”, accumulare tesori per sé.
Ecco dove sta il punctum dolens: l’egocentrismo, mettere al centro se stessi, o peggio ancora l’egoismo: esisto solo io e se ci sono anche gli altri, che si arrangino.
Il Vangelo propone di “arricchire presso Dio”. Chissà cosa vorrà dire…
Forse che il nostro vero tesoro è Dio e che davanti a lui tutto il resto perde valore? Come non ricordare la parabola del tesoro nascosto per il quale vale la pena vendere tutto?
Forse che dobbiamo porre la nostra fiducia completamente in Dio?
O forse “arricchire presso Dio” vuol dire distribuire ai figli di Dio le ricchezze che possediamo e così dargli gioia? Come non ricordare il giudizio finale quando Gesù riconosce fatto a sé quello che facciamo ad ogni persona che incontriamo, specialmente se nel bisogno?
Quante possibilità! E non solo distribuire denari: le opere di misericordia sono 14 e la fantasia e la generosità possono inventarne tante altre.

Comunque sia tutto quanto abbiamo in dono – i nostri tesori – vanno accolti come dono di Dio: non sono soltanto per noi, vanno condivisi.


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