sabato 24 agosto 2019

A prescindere



Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme (Lc 13, 22-30)

Chissà quanti riflessioni suscita il Vangelo di questa domenica:
chi sono gli ultimi e chi sono i primi?
come si fa a entrare per la porta stretta?

A me colpiscono soprattutto le prime parole, messe lì da Luca con fare redazionale, per dare un contesto agli enunciati così forti e drammatici di Gesù: “Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme”.
Gesù neanche si pone il problema se i suoi ascoltatori accolgo o meno la sua parola, se sono di quelli che diranno semplicemente: “Non ti ricordi di noi, tu hai insegnato nelle nostre piazze”, senza essere toccati dalla sua predicazione, o se sono di quelli che “mettono in pratica la sua parola”.
Lui insegna e basta.
Come il seminatore che getta con abbondanza e generosità la semente senza curarsi se essa andrà a finire sulla strada, tra i sassi, tra i rovi o in terra buona.
Sono gli altri che si preoccupano di sapere se sono molti o pochi quelli che si salvano.
Lui dà la vita per tutti, a prescindere se qualcuno accoglie o meno la sua vita.
Sulla croce ha sparso il suo sangue per tutti, anche se lì per lì sembra che uno solo l’abbia raccolto, quel centurione che aveva presieduto l’esecuzione capitale.

Mi sembra la lezione più bella del Vangelo di oggi.
Amare tutti, senza pensare al ritorno, gratis… a prescindere.


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