domenica 11 agosto 2019

Gesù vivo e presente tra i popoli


“Siamo in un momento in cui l’Italia sembra aver totalmente smarrito ogni riferimento alla fraternità ed anche al più elementare senso di umanità non solo in Europa ma anche verso chi sfida il mare semplicemente per poter continuare a vivere. Io credo che i nostri Paesi attraversino la crisi politica ed etica più acuta e pericolosa dalla II Guerra Mondiale. In questi gravi momenti, forieri – temo  di ulteriori divisioni, dobbiamo saper essere, con sapienza e determinazione, un popolo controcorrente!”

Così mi scrive un amico da un Paese del Medio Oriente.
Contemporaneamente mi giungono notizie da Fiera di Primiero, dove la Mariapoli Europea si è conclusa rivivendo l’atto di consacrazione dei popoli a Maria stipulato 60 anni fa in quello stesso luogo. Oggi i popoli presenti provenivamo da 38 Paesi e i loro rappresentanti hanno fatto un gesto “controcorrente”, come auspica il mio amico dal Medio Oriente: un atto nel quale si sono dichiarati pronti ad amare la paria altrui come la propria e a fare dell’Amore reciproco la legge dei rapporti tra i popoli.

È il sogno che Chiara Lubich proponeva il 22 agosto 1959, durante quella fanomosa Mariapoli:

“Se un giorno gli uomini, ma non come singoli bensì come popoli, se un giorno i popoli sapranno posporre loro stessi, l’idea che essi hanno della loro patria, i loro regni, e offrirli come incenso al Signore… e questo lo faranno per quell’amore reciproco fra gli Stati, che Dio domanda, come domanda l’amore reciproco fra i fratelli, quel giorno sarà l’inizio di una nuova era, perché quel giorno, così come è viva la presenza di Gesù fra due che si amano in Cristo, sarà vivo e presente Gesù fra i popoli”.
“Sono questi i tempi… in cui ogni popolo deve oltrepassare il proprio confine e guardare al di là; è arrivato il momento in cui la patria altrui va amata come la propria”.
“Speriamo che il Signore abbia pietà di questo mondo diviso e sbandato, di questi popoli rinchiusi nel proprio guscio a contemplare la propria bellezza – per loro unica – limitata e insoddisfacente, a tenersi coi denti stretti i propri tesori, anche quei beni che potrebbero servire ad altri popoli presso cui si muore di fame, e faccia crollare le barriere e correre con flusso ininterrotto la carità tra terra e terra, torrente di beni spirituali e materiali. Speriamo che il Signore componga un ordine nuovo nel mondo, Egli, il solo capace di fare dell’umanità una famiglia e di coltivare quelle distinzioni fra i popoli, perché nello splendore di ciascuno, messo a servizio dell’altro, riluca l’unica luce di vita”.

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