lunedì 5 agosto 2019

Un “gruppo di vescovi gioiosi”



Siate un “gruppo di vescovi gioiosi”. È l’augurio che papa Francesco ha rivolto ai vescovi riuniti a Seggau, nei pressi di Graz in Svizzera.
Un augurio che si sta attuando giorno dopo giorno. Li vedo proprio gioiosi, senza formalità, in piena fraternità. Si interrogano insieme su come affrontare i problemi della Chiesa. Si trovano in piccoli gruppi per condividere le loro esperienze di vita, per studiare come aiutarsi a portare avanti la vita evangelica nelle loro diocesi. 
Sono una sessantina, dei diversi continenti, ospiti del vescovo di Graz nel suo antico "castello" di Seggau. Altri che non sono potuti venire si collegano regolarmente via internet.
Ho la grazia di trascorrere una settimana con loro, così come ho fatto lo scorso anno. E come lo scorso anno guido le meditazioni del mattino.


I vecchi amici...
La situazione che la Chiesa sta affrontando in questo momento mi ha suggerito si parlare soprattutto di Maria ai piedi della croce. Passano davanti ai nostri occhi scandali, corruzione, polarizzazioni, critiche. Cosa possiamo davanti a tanti drammi? Le difficoltà e le prove ci sorpassano enormemente…
Anche Maria, ai piedi della croce, avrebbe voluto fare qualcosa per il figlio suo, che portava su di sé i mali del mondo, anche quelli di oggi. Avrebbe voluto condividere tutto con lui, esserle vicina, aiutarlo… Egli invece la discosta da sé, quasi la priva della maternità divina e la “declassa” a una comune maternità umana, indicandole come figlio Giovanni, un uomo qualsiasi che prende il posto del Figlio di Dio. Gesù rimane terribilmente solo, sospesa tra cielo e terra, sentendosi senza più padre, senza più madre. Maria rimane impotente, come lo siamo noi davanti ai traumi della nostra società e della nostra Chiesa.

Eppure, accettando la sua impotenza, aderendo alla volontà del Figlio e donandolo per amore, Maria è più vicina che mai a Gesù. Essendo anche lei “abbandonata” dal Figlio, condivide con lui l'"abbandono" del Padre, condividendo così l'opera della salvezza. Come Gesù in quel momento genera la nuova umanità, anche lei trova una nuova maternità e diviene Madre della Chiesa e della nuova umanità.
Come Gesù “perde” il suo Dio per lanciarsi verso i senza Dio, come Madre “perde” suo figlio per venire incontro a noi e farci suoi figli, così anche noi, vivendo lo stesso mistero di spogliamento, veniamo rivolti verso l’umanità così com’è, con tutti i suoi traumi, per generarla a figli e figlie di Dio.

Oggi ho assistito una condivisione tra i vescovi tutta in positivo, ognuno ha donato le esperienze più belle di attenzione agli altri, di vicinanza ai sacerdoti, di speranza paziente, di fermezza ai piedi della croce. Un “gruppo di vescovi gioiosi”!

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