sabato 3 novembre 2018

L’orizzonte dell’amore


In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi» (Mc 12, 28-34).

613 i precetti che gli scribi avevano accuratamente seleziona­to scrutando la Sacra Scrittura. 365 negativi, corrispondenti ai giorni dell’anno. 248 positivi, tanti quante si credeva fossero le ossa del corpo umano. Le dispute al riguardo raggiungevano sottigliezze maniacali.
Gesù non si lascia imprigionare in giochi di scuola, ma va immediatamente, come suo solito, al cuore del problema. Sotto ogni norma, siano 613 o una o centomila, deve essere pre­sente l’amore.

L’amore non è una legge in più: è l’atteggiamento costante che guida, anima, dà senso a ogni agire umano; è la radice da cui fiorisce ogni atteggiamento e ogni scelta. Senza l’amore si vive una morale da schiavi o da libertini, si piega la legge al proprio arbitrio, la si deforma in corruzione e in sopruso. Senza l’amore non c’è legge che tenga, prolifera l’ingiustizia, si scatenano le guerre. L’amore non è una legge tra le leggi, ma un atteggiamento co­stante, che coinvolge la persona in tutta la sua interezza, cuore, mente, forza, interiorità e azione, fino a implicare tutto “se stes­so”. Un amore che, senza limite nel suo esercizio, abbraccia un orizzonte infinito: Dio e l’intera umanità, con lo stesso creato.

Hanno posto a Gesù la domanda sul primo comandamento, perché ne enuncia due? Perché da quando Dio ha creato egli non può più separarsi dalla sua creatura. Più ancora, perché, da quando Gesù si è fatto uomo, Dio e l’umanità in lui sono talmente uniti che quanto è fatto a ogni persona è fatto a Dio. Amare Dio e amare l’altro non sono più scindibili, come non lo sono il rifiuto e l’of­fesa. Ciò che facciamo alla persona più piccola, Gesù lo ritiene fatto a sé; ogni omicidio è un deicidio; ogni bicchiere d’acqua fresca offerto all’assetato è un atto d’amore fatto a Dio. Amare il pros­simo come se stessi è la modalità concreta per amare Dio con tutto il cuore, l’anima, la forza. Gesù non poteva enunciare il primo comandamento senza dirci come attuarlo, senza enunciarne un secondo.

Nello stesso tempo ha dato una gerarchia all’unico amore. L’a­more di Dio è come la radice dalla quale nasce la pianta dell’a­more del prossimo. Come la radice alimenta costantemente la pianta, così l’amore di Dio motiva, sostiene e costantemente ali­menta l’amore al prossimo. Ma come la pianta contribuisce alla vitalità della radice, così l’amore del prossimo dà consistenza e profondità all’amore di Dio, in un circolo virtuoso.
La vita cristiana inizia da questa conversione all’amore, dal por­lo alla base di ogni scelta e di ogni azione.


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