mercoledì 18 maggio 2011

Sacerdote nel Sacerdote

Il 18 maggio 1975 era Pentecoste. Per questo ogni anno ricordo la mia ordinazione sacerdotale a Pentecoste. Oggi però la mia comunità ha voluto ricordare quel giorno invitandomi a presiedere la celebrazione eucaristica. Ma cosa vuol dire essere innestati nell’unico sacerdozio, quello di Gesù? Mi sono tornate sotto mano due testi.
Il cardinale di Praga Miloslav Vlk ricordava che quando, per vent’anni, a causa della proibizione di ogni attività pastorale da parte del governo, era ridotto a un semplice lavavetri dei negozi, si sentiva costretto «a cercare la mia identità sacerdotale – senza ministero, senza apparente utilità, senza essere leader. Eppure Gesù, quando fissato alla croce non poteva fare i miracoli, predicare ma – abbandonato – solo tacere e patire, ha raggiunto il vertice del suo sacerdozio, Ho trovato in lui la mia vera identità sacerdotale, che mi ha riempito di gioia e di pace».
«Se tu fossi un sacerdote, come celebreresti la Messa?», fu chiesto una volta a Chiara Lubich. Lei rispose pressappoco così: Non sono un sacerdote e quindi non so – ripose. Provo a dire lo stato d’animo che dovrebbe avere un sacerdote… Il sacerdote può andare sull’altare solo se è in unità con tutti gli altri. Quando è in unità con tutti gli altri, non è più lui che va da solo a celebrare, ma va con quell’anima che è l’anima di tutti. Siamo o non siamo un’anima sola?! Essere un’anima sola non è un modo di dire, è la realtà che siamo, perché lo Spirito Santo ci fa tutti uno. Gesù in mezzo non è una parola: ci fa tutti uno. È vero che siamo due come è vero che siamo uno. Quando il sacerdote va sull’altare con nell’anima tutti - perché è riuscito a fare unità con tutti, ha la pace con tutti, ha comunicato tutto -, allora sente veramente di essere a posto, di non essere debitore con nessuno. Quando sale sull’altare così, non è più lui che sale, sale tutta l’unità sull’altare, e solo così egli è un vero bambino evangelico.

1 commento:

  1. ----Quando sarò innalzato sulla croce attirerò tutti a me---che dire quando si vive ai margini non voluto, non amato, non cercato, con la mancanza di forza e impotenza di non sapersi neanche offrire al Padre...l'ultimo posto..fuori...LA Propria Messa..non un pane, ma Te..la Sua la nostra Messa...il Sacerdozio Regale....Gesù Abbandonato non è per Tutti....

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