Oggi, sabato, è festa ebraica. È stato uno spettacolo percorrere il loro quartiere e vedere le famiglie degli ebrei osservanti unite, tutti vestiti a festa, con i costumi tradizionali, i grandi capelli dalle molte fogge, le frange che scendono dalle camicie degli uomini, i capelli arricciolati con i tipici boccoli. Ci siamo uniti al loro riposo e alla loro preghiera recandoci al Muro occidentale, dove anche noi abbiamo pregato. Uno spettacolo completamente diverso e contrastante, a sera, quello della parte ebraica moderna, con locali e gente del tutto simili alle nostre grandi città occidentali.
Noi siamo uno spettacolo nello spettacolo: un gruppo così originale, unito e disinvolto, di grandi e di piccini, semplicemente una famiglia, una grande famiglia!
Il secondo punto focale della nostra giornata il Cenacolo, troppo ricco di eventi, a partire dall’ultima cena fino alle apparizioni del Risorto e alla Pentecoste. La casa di Maria, la madre di Marco Giovanni, era diventata il luogo d’incontro della prima comunità e centro d’irradiazione della nuova vita. Lo è ancora! Ci siamo messi nuovamente alla scuola del Maestro per ascoltare ancora le sue parole che lì si fanno vive come allora.
Terzo momento la scaletta romana che dal cenacolo porta giù al torrente Cedron, il luogo della preghiera di Gesù al Padre, la richiesta dell’unità. Quando sembra lontano il sogno di Gesù in questo luogo dove le divisioni sono così manifeste tra palestinesi e israeliani, tra religioni, all’interno delle singole religioni. La serata, particolarmente gioiosa, con le focolarine del posto fa sognare anche noi, come Gesù.
Nessun commento:
Posta un commento