lunedì 9 maggio 2011

Beato Giovanni Paolo II: di tutti perché tutto di Dio


Ho visitato  in san Pietro la mostra su Giovanni Paolo II. Qual è il Giovanni Paolo II che piace di più? Quello che abbraccia con tenerezza il bambino come un vecchio nonno affettuoso, o quello che inveisce contro i mafiosi, infiammato e furente come un profeta? Quello che gioca con il bastone come fosse la bacchetta del musicista per dirigere il coro dei suoi giovani, o quello che batte la mano sul leggio, con stizza, perché incapace di articolare una parola da quella finestra su piazza san Pietro che era stata la sua cattedra di pastore? Il globetrotter nelle piazze e negli stadi, attorniato dalle folle e sotto i riflettori dei midia, o quello disteso per terra, immobile e silenzioso in preghiera nell’oscurità della sua cappella?
Sta forse qui il fascino d’una santità che il giorno della beatificazione, come in quello della morte, ha attirato milioni di persone: la sua umanità vera, capace di relazioni sincere, fiorita nelle più differenti espressioni; e insieme la sua spiritualità forte, mai imposta ma che sempre traspare proprio nella sua umanità. E dunque un uomo libero, senza complessi, che sa intessere amicizie nuove e coltivare con tenacia quelle antiche, che travalica le barriere tra sacro e profano e porta il soffio della novità evangelica. L’uomo di tutti perché tutto di Dio.

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