In Toscana, dal 1200 fino all’unità d’Italia, l’inizio d’anno si è sempre celebrato il 25 marzo: il Verbo di Dio viene nel mondo, nel grembo di Maria, ed è l’inizio della storia!
Per festeggiare il nuovo anno questi giorni mi sono lasciato attrarre dai manifesti di cui è tappezzata Roma e sono andato alle scuderie del Quirinale a godermi le pitture di Lorenzo Lotto. La maestria dei ritratti è presente anche in ogni sacra rappresentazione, dove angeli, santi e madonne possiedono il realismo di volti veri.
Tutte e tre le annunciazioni esposte ritraggono Maria nella sorpresa dell’evento inatteso: una volta sembra voler scomparire, un’altra sfuggire a tanto compito… Nella più famosa, dipinta del 1532 e scelta come icona della mostra, Maria si rivolge verso di noi per condividere lo smarrimento o forse la gioia per l’improvvisa incursione nella sua stanza dell’Angelo e più ancora per il messaggio stravolgente di cui è egli portatore.
L’angelo, ancora scarmigliato per il volo rapido, la guarda intensamente, conscio di chi ha davanti e dell’annuncio che le sta trasmettendo. Vi può essere evento più immenso e stupefacente? Dio sta per entrare nella nostra storia! Quasi a scusarsi – lui non è responsabile di quanto sta accadendo – indica il Padre da cui tutto ha origine.
Eppure la scena, resa in tutta la sua folgorante immediatezza, in un’istantanea capace di rivelare le più intime reazioni emotive dei protagonisti, è ambientata nella quotidianità di un ambiente normale, descritto analiticamente con oggetti e arredi domestici: l’inginocchiatoio, la clessidra, i libri, l’asciugamano… Il giardino all’italiana, con le luci e le ombre che diffonde nella stanza, trasmette l’aria primaverile, tepida e silenziosa. Anche il gatto, spaventato dall’improvviso arrivo dell’angelo, per alcuni simbolo del male messo in fuga dall’immanente incarnazione, forse è messo lì, proprio al centro della scena, a sottolineare che l’evento straordinario avviene in un momento e in un ambente ordinario.
Quello sguardo di Maria sembra volerci coinvolgere nel suo mistero, che può avvenire anche in noi, proprio oggi, proprio qui. Anche noi, come lei, possiamo accogliere il Dio che viene e diventarne suo tempio. Basta il nostro Sì: “Si compia in me quello che tu vuoi”.
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