Allora passo dopo passo, senza scoraggiarsi (Paolo ripete due volte, nelle sue lettere, la stessa frase: “Non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene”), anche se la meta non sembra arrivare mai. “La vera perfezione consiste in questo - scrive Gregorio di Nissa -, nel non fermarsi mai nella propria crescita”. Di qui la famosa massima: chi non va avanti va indietro. Sant’Agostino scrive: Mai dire basta!, dire mi accontento di dove sono arrivato: “cammina sempre, procedi in avanti di continuo: non fermarti lungo il cammino, non voltarti, non deviare”.
Si può sempre crescere nell’amore. C’è sempre posto per il nuovo.
Sembra fare a pugni con un’altra realtà: la perseveranza (che sembra statica) e la fedeltà (che sembra fissa al passato). E invece non si progredisce se se non si è ben saldi nel presente e nel passato. Anche su questo una mia paginetta di una volta:
Fedeltà.
Quanto imbarazzo davanti a questa parola. Sembra passata di moda. L’odierna mobilità con la rapidità degli spostamenti, il vorticoso succedersi degli eventi, il repentino cambio delle mode, delle correnti di pensiero, spinge con forza in avanti verso un futuro sempre nuovo e creativo, alla ricerca di emozioni sempre diverse.
La fedeltà sembra rimasta indietro. Fa pensare ad un’esistenza statica, fossilizzata nel tempo, ad una virtù stoica, ad un fissismo anacronistico davanti al dinamismo che caratterizza la vita moderna.
Eppure un amore senza storia, effimero in durata e intensità.
Memoria dell’amore, la fedeltà ne richiama le radici lontane, ben piantate nel passato: garanzia di vita anche in tempi d’arsura. Gusto della continuità.
Fedeltà è promessa d’amore che si apre al futuro e ha il coraggio di dire: per sempre. È speranza certa, che dilata spazio e tempo all’infinito, ebbrezza di perennità.
Non conosce la noia perché senza immutabile o ripetitiva stabilità. Apre percorsi inediti, inventa, fantasia dell’amore, creatività dinamica, ogni giorno rinnovata.
È la crescita dell’amore.
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