Notizia del giorno: la Corte Europea dei diritti dell'uomo ha assolto l’Italia: il Crocifisso nelle classi non viola il diritto all'istruzione
Tanti santi raccontano che nella loro vita era giunto un momento in cui chiudevano ogni altro libro per leggere solo il Vangelo, dove trovavano “parole di vita eterna”. Più tardi chiudono anche il Vangelo per “leggere” solo il Crocifisso, che racchiude tutto il Vangelo.
Il crocifisso è il simbolo per eccellenza del cristianesimo. Più ancora per il cristiano il crocifisso è una Persona! Se è un simbolo lo è in quanto Persona, è Gesù, il Figlio di Dio che si mette dalla parte del dolore, dell’ingiustizia, della fragilità umana per dare pieno valore ad ogni singola persona, segno eloquente di un dono di sé estremo e disinteressato, “immagine della rivoluzione cristiana – come scriveva la “laica” Natalia Ginzburg – che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. Non conosco - aggiungeva - altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del Mondo”.
Anche Guttuso, il pittore espressione del partito comunista, non poté non dipingere una crocifissione, che rimane il suo capolavoro. Accingendosi a dipingere, nel 1940, scriveva nel diario: "Questo è tempo di guerra: Abissinia, gas, forche, decapitazioni. Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi… come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere supplizio per le loro idee... ".
Per noi cristiani il crocifisso è ancora di più: l’espressione dell’amore di Dio per l’umanità intera, di cui condivide ogni sofferenza. Lo possono capire anche persone di altre fedi, come il monaco tailandese Thongrattanathavorn (Luce ardente). La rappresentazione di un suppliziato inchiodato nel legno era per lui un segno orribile, che contrasta con l’icona sempre serena e gloriosa del Buddha. Il Crocifisso è teso e insanguinato, con sputi e ferite e quindi impuro, grida straziato… Venuto a Nemi, vicino a Roma, amava sostare a lungo nella chiesa dei Mercenari, in contemplazione di un antico crocifisso a grandezze naturali, ritratto con crudo realismo. Quella immagine gli si rivelò come il libro dei libri, condensato della rivelazione cristiana, un Vangelo tutto spiegato. E Luce ardente scoprì che Dio è Amore. Tornando in Tailandia scrisse: «Ad un amore così grande di Gesù che ha voluto dare la sua vita per tutti noi non si può rispondere che con l’amore!».
Che il crocifisso rimanga appeso nelle nostre case, nelle nostre scuole a ricordarci che non siamo soli nei momenti di dolore personali e dell’umanità che ci circonda. Nessuno come lui può mostrarci cos’è l’amore e come si ama.
Nelle foto: Luce ardente e il Crocifisso di Nemi
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