Prima di entrare ho dovuto deporre le mie pistole. Sulle porte c’è infatti il segnale che proibisce di introdurre armi (la cultura è cultura…). Dopo questo atto elementare di buona creanza, ho cominciato a dare uno sguardo alle aule della Scuola Oblata di Teologia e ho notato con gioia che in ognuna di essa c’è un altro “segno”, il crocifisso. È naturale, in ogni aula c’è il crocifisso. Ma qui è diverso, in ogni aula c’è la croce di uno dei tanti Oblati che hanno vissuto e lavorato in questa regione. Sotto ogni croce il nome dell'Oblato che l'ha portata e poche righe che riassumo la sua vita. Un segno bello, l’esatto contrapposto di quello della pistola. Mi sono ricordato della famosa foto con i sette Oblati a cavallo; erano proprio come i
cow boys, stessi stivali, stessi cappelli... ma invece della pistola erano armati di crocifisso.
Dopo aver seguito alcune lezioni, ho scopeto, al terzo piano, l’Istituto Congar, tenuto dai Domenicani; un istituto nato per rispondere al bisogno di formare laici che prendono in mano la pastorale, dato che il numero del clero diminuisce terribilmente; non offre corsi ma coordina i programmi delle diocesi più piccole e più povere mettendole in contatto le une con le altre.
La scoperta di questa piccola cittadella oblata continua…
La scoperta di questa piccola cittadella oblata continua…
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