domenica 10 ottobre 2010

Inizia l’avventura americana

“Porremo la sua capanna nel mezzo dell’accampamento, cacceremo per lui, ne avremo cura e lo proteggeremo dagli assalti dei suoi nemici”. Così scriveva Victor, il capo indiano della tribù dei Flathaed, dell’America del Nord, a papa Gregorio XVI, preoccupato delle difficoltà e delle persecuzioni delle quali il papato e la Chiesa erano oggetto. E dopo la presa di Porta Pia nel 1870, un’altra tribù indiana mandava un messaggio a Pio IX: “Abbiamo un contingente di uomini non preparati alla guerra, ma in grado di mantenere l’ordine nel campo. Se questi possono essere di aiuto al papa, noi li offriamo volentieri ed essi si ritengono fortunati di poter versale il loro sangue e donare le loro vite per il nostro buon padre Pio IX”.

Queste cose non ci sono nei film del Far West, ma è quello che succedeva nel 1800. Ho appena letto questi episodi in aereo, in un bel libro sui Gesuiti fra gli indiani del West. Ora dovrò scoprire cosa hanno fatto gli Oblati, in quegli stessi anni, sempre con gli indiani americani.

Intanto sono arrivato ad Atlanta, negli USA, a mezzanotte ma qui siamo sette ore in anticipo. Il cielo, limpidissimo, mi regala un tramonto di fuoco, mentre appare l’esile falce della luna nuova. A mezzanotte di qui (le sette del mattino in Italia) arriverò a San Antonio ed inizierà un’altra avventura.

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