domenica 6 novembre 2022

Una ricca eredità di virtù da imitare e di esempi da seguire

Al termine del capitolo generale del 1873, p. Fabre in una lettera a tutta la Congregazione, ricorda che nei precedenti sei anni sono morti cinquantadue Oblati. Non potendo nominarli tutti parla di padre Tempier. “Questo è il primo Capitolo generale a cui non partecipa più questo venerato amico di moltissimi padri. Avevamo la dolce speranza di avere ancora a lungo tra noi questo fedele testimone dei primi giorni della nostra famiglia; il Signore ha deciso diversamente. A noi la consolazione di raccogliere il suo ultimo respiro. Il Signore ha voluto ricompensare il suo buon servitore e risparmiare al suo cuore, tanto cattolico e tanto francese, la straziante angoscia che avrebbe provata nel vedere il Papa prigioniero a Roma e i nostri nemici entrare a Parigi vincitori! Insieme a questo nome venerato per sempre – continua p. Fabre –, permettetemi di citare anche quello di Mons. Semeria, di così dolce e santa memoria, stappato al nostro affetto in maniera tanto subitanea quanto imprevista. Questi due nomi così cari sono seguiti da altri cinquanta; l’elenco dei defunti è lungo! Tutti i nostri padri sono morti nella pace del Signore, lasciandoci una ricca eredità di virtù da imitare e di esempi da seguire; ora sono al cospetto di Dio con il nostro amatissimo Padre. Hanno amato la famiglia religiosa sulla terra, ora l’amano in cielo dove pregano per noi rimasti nell’esilio. Le loro preghiere attirino su questo Capitolo e su tutta la famiglia abbondantissime benedizioni”.

Ho riletto queste parole di p. Fabre visitando la tomba di famiglia a Marino. Anch’io non posso nominarli tutti. Ricordo gli ultimi: Gigi Sion, Mimmo Arena, Sante Bisignano, Marino Merlo, Luciano Cupia, Angelo Dal Bello… Ci hanno lasciato “una ricca eredità di virtù da imitare e di esempi da seguire”.

Nessun commento:

Posta un commento