venerdì 11 novembre 2022

Ancora un ricordo di p. Mimmo

 

Ancora un ricordo di p. Mimmo: se lo merita!

Il motivo per cui entrai tra gli Oblati - scriveva alla vigilia dei voti perpetui - fu vedere il Fondatore redivivo in loro. Mi colpì particolarmente l’unità che essi cercavano di costruire, il loro essere unoIl Crocifisso che, se è volontà di Dio, mi sarà consegnato il giorno della professione perpetua, sarà il simbolo del mio essere crocifisso e del mio vivere solo per lui. Verso di Lui desidero avere l’atteggiamento descritto nel libro della Sapienza: “l’amai più della salute e della bellezza e la preferii alla luce del sole” (Sap 7,10). Sono convinto, infatti, che solo così potrò essere, unito ai miei fratelli, fonte di luce per quanti incontrerò nella mia vita di missionario…”.

Tre elementi strettamente legati tra di loro che lo accompagneranno lungo tutta la sua vita: l’amore a Gesù Crocifisso, il desiderio di essere costruttore di comunione in comunità, la dimensione missionaria.

Il 28 maggio 1979 riceve l’obbedienza per il Senegal, come era suo desiderio. Inizia da qui la sua avventura missionaria.

Nel 1990, dopo una buona decina di anni di attività missionaria in diversi punti del Senegal rientra in Italia per il dottorato in missiologia presso la PUG con la tesi: Unità e missione nelle lettere del beato Eugenio de Mazenod.

Il superiore generale, p. Marcello Zago scrisse: “Ho letto la tesi di p. Mimmo. L’ho trovata migliore di tutte le aspettative. Una delle migliori tesi fatte e che potrà avere un impatto benefico nella Congregazione...”.

Dopo altri anni in Senegal, nel 2004, viene trasferito in Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo) presso lo Scolasticato di Kinshasa, per dare un contributo nell’ambito della formazione degli scolastici. “Ero contento - scrive p. Mimmo - di vivere come seme di fraternità in mezzo alle centinaia di giovani religiosi, venuti dall’Africa e dagli altri continenti a frequentare il teologato Sant’Eugenio de Mazenod… I nostri Oblati in formazione aumentavano di anno in anno e, apprendendo la teologia, raggiungevano, numerosi, la meta del sacerdozio; solo in questi ultimi 11 anni ci sono state un centinaio di ordinazioni sacerdotali a beneficio delle unità oblate del Congo, del Camerun-Nigeria, del Senegal e dello Zambia…”

P. Mimmo resterà in Congo fino al 2016, quando rientra definitivamente in Italia: a Roma nella comunità del Crocifisso, ad Albano presso il Centro dei religiosi legati al Movimento dei Focolari, e infine gli ultimi anni presso la Casa provinciale, continuando ad impegnarsi nel campo dell’insegnamento presso il Claretianum.

Ed ecco sopraggiungere un tumore allo stomaco che tocca anche altri organi interni. Comincia per p. Mimmo l’ultimo tratto della sua vita.

Chi ha vissuto con lui in questi due anni può testimoniare la serenità, il volto sempre sorridente, la fiducia in Dio, come anche il suo darsi da fare per continuare ad essere costruttore di fraternità attraverso i mezzi a disposizione, primo tra tutti il cellulare, come anche attraverso la pubblicazione dell’ultimo libro - “Perché il mondo creda”- che può essere considerato una catechesi su come costruire insieme la fraternità universale sulle vie della sinodalità.

https://fabiociardi.blogspot.com/2022/08/il-sorriso-di-p-domenico-arena.html

https://fabiociardi.blogspot.com/2022/09/la-lezione-di-mimmo-arena.html

 

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