mercoledì 16 novembre 2022

Con i sacerdoti di Cosenza: In memoria di me


Ma che ci faccio su questo bel mare calabrese? Guido gli esercizi spirituali a poco più di 40 sacerdoti della diocesi di Cosenza.

A loro Gesù ha dato un comando preciso: “Fate questo in memoria di me”. Memoria di cosa?

- Della cena, innanzitutto. Gesù ha scelto la tavola, lo stare insieme. C’è qualcosa di più bello che stare insieme a tavola? Memoria di quel momento di condivisione, intimità che Gesù ha voluto e vuole vivere con noi… È così che ci si riconosce fratelli. Un unico pane diviso tra tutti. Niente di più semplice e di più solenne che mangiare lo stesso pane. «Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane» (1 Cor 10, 16-17).

Quel gesto dello spezzare il pane rimarrà indelebile nella mente dei discepoli. I due di Emmaus riconobbero Gesù allo spezzare del pane; la prima comunità cristiana era perseverante «nello spezzare il pane» (Atti 2, 42), «spezzavano il pane nelle case» (Atti 2, 46). A Troade la comunità si riuniva il primo giorno della settimana per «spezzare il pane» (Atti, 20, 7), così come durante la tempesta sul mare, prima di approdare a Malta, sulla nave Paolo «prese un pane… e lo spezzò» (Atti 27, 35). L’espressione “spezzare il pane” (klásis tou ártou) non si trova nella grecità classica, è tipica dei racconti evangelici, al punto da diventare quasi una formula “tecnica” per designare l’eucaristia.

- Memoria del pane spezzato, del corpo dato, del sangue versato. Gesù poteva rimanere nel momento della Trasfigurazione, bello glorioso, luminoso… Invece è rimasto nel momento culmine della tua vita, in quell’ef­fusione del sangue che segno dell’amore estremo. Si dona fino a consegnarsi nelle nostre mani, nel pane e nel vino fatti suo corpo e suo sangue, anticipando il dono di tutto se stesso che compirà il giorno seguente sulla croce e di cui rende tutti partecipi. Rimane nell’atto stesso del sacrificio, del donarsi, del morire per amore di noi.

- Memoria della sua venuta, del suo ritorno alla fine dei tempi: “Non berrà più di questo vino fino a quando non lo berrò nuovo nel Regno dei cieli…”.


E i nostri sacerdoti come fanno memoria di tutto questo?

- Radunando il popolo di Dio attorno alla mensa eucaristica, per fare una sola famiglia capace di autentica condivisione.

- Diventando loro stessi pane spezzato, corpo dato, sangue versato. Dando la vita per la propria gente.

- Dando speranza, aprendo verso il Cielo.

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