giovedì 3 novembre 2022

Le Madonne di Marino

Marino. Per noi rimane un mito. Nella cappella del Centro giovanile, ora aperta sul verde del parco – sul mondo – ritrovo la piccola terracotta della Madonna. È di suor Angelica Ballan, delle Pie Discepole. Delle sue madonne è ormai pieno il mondo, grazie anche alle numerosissime stampe che le moltiplicano. Tutte le immagini hanno uno stesso inconfondibile sorriso. Si diceva che in ognuna di esse la suora ritraesse se stessa. Anche per la nostra cappella aveva modellato una Madonna come tutte le altre. Ma a padre Marino quel sorriso non piaceva. Voleva una Madonna più interiore, più intensa. Allora si prese in disparte la suora e le parlò a lungo di Maria. La suora riprese in mano la sua creta ancora fresca e p. Marino gliela fece fare e rifare e rifare… Credo sia l’unica sua madonna senza il solito sorriso, ma attenta e consapevole del mistero che la inabita. Per la suora dovette essere un'esperienza nuova, unica, infatti non si firmò, ma in basso mise soltanto delle iniziali: PDDM, Pie Discepole Divin Maestro. Era stata spersonalizzata, non aveva ritratto se stessa.

C’è un’altra Madonna che ci è particolarmente cara, una piccola vetrata nella cappellina del noviziato. Anche quella è opera di una Pia Discepola, suor Cesarina Giordani.

È lì sempre grazie a p. Marino che frequentava le suore, delle quali, assieme a p. Santino, era stato a lungo formatore a Firenze. All’inizio del mio noviziato ricavammo la cappella in un deposito di attrezzi. Stonacammo la parete di fondo mettendo a vista i mattoni (lavora lavora sfondammo il muro e il bambino della famiglia dall’altra parte corse a gridare che gli stavamo distruggendo la casa…), e intonacammo le altre tre pareti con cemento grezzo. Rimaneva quella finestrella aperta e dicemmo a Suor Cesarina che avevamo bisogno di una vetrata con l’Immacolata da collocare in un ambiente a cemento... Tanto lei di vetro ne aveva a sfare, stava infatti ultimando 20 enormi vetrate nella chiesa del Divin Maestro sulla Portuense. Quando venne a vedere, per poco non svenne: “Pareti di cemento? Credevo di trovare una struttura moderna in cemento armato, non uno sgabuzzino. E poi una vetrata qui? Ma questa è una miniatura”. Ma p. Marino era un mago dal fascino irresistibile e lei ci fece la miniatura.

Le due immagini vegliano ancora sulla comunità, sui giovani, sui novizi, e amano farsi pregare.



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