Un grande autore mi scrive che è finalmente in vacanze in Puglia per qualche giorno. Buon per lui. Comunque se le sta rovinando leggendo “Dio
si compromette” (Con tanto di documentazione fotografica! che accludo qui accanto). Ed ecco che subito
mi rivolge domande del tipo: “Come mai fra i tanti "Seguimi"
del Vangelo hai scelto proprio Gv 21,22 (p. 13)? Le 10 parole per il Santo
Viaggio (di cui scrivi) sono in realtà 11 oppure ho contato male io? È forse un
"trabocchetto" che si svela in itinere proseguendo la lettura?”. Conclude
dicendo: “...comunque ogni riga andrebbe meditata giornate intere, altro che
proseguire la lettura... Grazie, grazie, grazie per aver creduto e corrisposto
alla promessa di Dio su di te!”.
Naturalmente gli devo una risposta e la prima è che il
mio ultimo libro risale al 2019: “Il cenacolo, la nostra casa”. Dopo di quello
non ho scritto e non scriverò più libri, per il semplice motivo che non ho più
niente da dire, mi sono ripetuto già abbastanza. I tre libri che sono veduti dopo: “Viaggiando
il Paradiso. L’esperienza di luce nel Paradiso’49” (2019); “Condividere i doni.
Laici e consacrati insieme per la missione”(2020); e naturalmente “Condividere i
doni” (2021), così come il quarto che
uscirà a ottobre: “Le ultime parole di Gesù”, sono frutto di materiale di
riporto, cose di provenienza e natura molto varia, spesso occasionali. Per me,
basta con i libri.
Perché la chiamata di Gv 21,22? Perché è l’ultima, quella definitiva. E soprattutto perché è preceduta da un “Tu” – Tu seguimi! – che mi ha sempre colpito, perché non consente alibi. Ne ho parlato diffusamente nel libro che uscirà a ottobre. Riguardo a quante sono le parole per il Santo Viaggio che ho elencato: non mi sono messo a contarle. Sono 9, 10, 11? Non sono cose da poeti…
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