Un libro scorrevolissimo, leggero, nonostante il tema poderoso.
L’ho letto d’un soffio. Lascia il desiderio di scoprire la presenza di Dio che
è già lì, nel più intimo di noi. Lascia il desiderio che questa scoperta “assuma
il carattere di un incontro, di un abbraccio, di una prese di possesso”.
Si tratta di una raccolta di testi di mistici e di autori
che hanno studiato la mistica, esposti in maniera discorsiva, così da aiutare il
lettore a percorre un itinerario verso la scoperta di questo mondo affascinante.
Gli autori, ad eccezione di Agostino e lo Pseudo Dionigi,
sono tutti del secondo millennio, con una certa preferenza al mondo ignaziano e
al Seicento e Settecento francesi. La scelta rimane comunque molto ampia.
Nella postfazione Antonino Raspanti si pone la domanda su
come integrare maggiormente l’esperienza dei mistici nella vita ecclesiale,
nell’ordinaria vita ecclesiale. Il loro vissuto va conosciuto maggiormente, così
che diventi un appello a una intensità di vita sempre più profonda: è un’autentica
profezia.
L’attenzione è portata soprattutto sulla preghiera, sulla
vita “interiore” a cui conduce e da cui parte la mistica. Eppure esempi come
quelli, più volte citati, di Maria dell’Incarnazione che conduce un’esperienza mistica
in pieno inserimento nella vita quotidiana e lavorativa, potrebbe portare a
riflessioni più avanzate su una mistica che matura nel tessuto sociale, nei
rapporti fraterni e nel dono di sé, e sui riflessi che essa può avere nel campo
dell’economia, del lavoro, della famiglia…
Un libro che invita alla riflessione, che interroga, soprattutto
che domanda di restare aperti a Dio che chiama costantemente a un rapporto
sempre più profondo con lui.
Max Huot de Longchamp, con Antonino Raspanti, Cos’è la mistica, Città Nuova, Roma 2021, 160 p.
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