Brillano al sole le goccioline d’acque
sui petali della rosa dopo la pioggia violenta e il ritrovato silenzio nella
pace dell’ultimo tramonto. Così mi accoglie Roveré.
Da cinquant’anni l’estate ci raduna
insieme, prima nel Trentino, poi nell’Alto Adige, in Svizzera, in Slovenia…
Finalmente dal 2014, con gli amici religiosi, siamo approdati su queste colline
veronesi.
Quest’anno all’appello manca Camillo
Bianchin, partito improvvisamente qualche mese fa, senza disturbare nessuno,
come nel suo stile discreto. Era sempre immancabilmente presente. Lo è ancora, in altro
modo…
Come al solito dovrò tenere le mie conversazioni a tutti, ogni
giorno. Il buon vecchio Seneca mi ammonisce: "Imago animi sermo est: qualis vita
talis oratio”, che in volgare significa: “La parola è immagine dell’anima:
quale è la vita tale è il discorso”.
Intanto s’è fatto notte e nel cielo
di montagna le stelle splendono d’una luminosità che a Roma m’è ignota. Anch’esse
mi ripetono: sia la vita a parlare e le parole siano vita.
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