Le
ultime parole del Vangelo di questa domenica bastano da sole per riempire cuore
e mente: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede
in me non avrà sete, mai!».
Eppure per capirle davvero devo fermarmi ad un’altra parola che la precede e che oggi mi ha
particolarmente colpito: “Datevi
da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita
eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”.
Come duemila anni fa Gesù continua a rivolgerci le stesse
parole, lo stesso accorato invito: “Non fermarti ai doni che ti elargisco per
le necessità quotidiane, non cercare le cose che passano, le emozioni effimere,
le soddisfazioni terrene. Sì, sei umano e anche di questo hai bisogno, ma sei fatto
per cose più grandi, più vere, quelle che rimarranno in eterno perché realtà di
cielo. Quelle cerca, quelle brama”.
Parafrasando Ignazio
di Antiochia anch’io vorrei poter dire: “So cosa dà veramente la vita: la tua parola, il tuo volere, il
tuo pane eucaristico. Tu solo dai la vita vera. Voglio te e mangio il tuo pane;
voglio te e accolgo la tua parola; voglio te e compio ciò che mi chiedi in ogni
momento”. Ed ecco la preghiera che scrissi già anni fa e che ripeto anch’oggi:
Pane
di vita disceso dal cielo,
pane di Dio per noi,
offerto ogni giorno sull’altare del mondo,
sazia la nostra fame e sete di vita e di gioia
e lasciaci sempre affamati e assetati di te,
perché non ci stanchiamo mai di cercarti ancora e di seguirti.
Fino al momento in cui la fede sarà ardente e pura,
e verremo a te,
e non avremo più fame né sete,
perché la tua Vita sarà la nostra vita,
la vita del mondo intero.
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