venerdì 27 dicembre 2019

Domenico Mangano: La scelta del dialogo


Il 9 novembre 2017 sul mio blog scrissi alcune parole su Domenico Mangano:
Il computer mi segnala che in questi giorni quel post è stato visitato 129 volte. Da chi? Perché?
Impossibile saperlo. Però è una strana coincidenza, perché in questi stessi giorni ho letto tutti gli scritti che Mangano ha pubblicato sui diversi giornali. Una lettura che mi ha mostrato un uomo estremamente concreto, a contatto con tante persone che, come impiegato dell’IMPS e consigliere comunale, ha cercato di aiutare a risolvere i mille problemi pensionistici e fiscali. Nello stesso tempo un uomo con ideali grandissimi. Fra l’altro scrive: “La politica è una via alla santità”. Penso che per lui lo sia stato veramente.

Mi ha colpito l’ultimo articolo che ha scritto per Città Nuova, intitolato “La scelta del dialogo”. Mi è sembrato un testamento:

“Una schiera di donne e uomini “del dialogo”: di questo oggi c’è bisogno (…) Di politici “del dialogo”, certamente. Ma anche e soprattutto di comuni cittadini, giovani, adulti e anziani che smessi i panni dei guelfi e ghibellini, sappiano indossare l’abito della tolleranza per riuscire ad ascoltare le ragioni dell’altro pur nella convinzione delle proprie idee. In questa schiera di cittadini anonimi, i cristiani dovrebbero essere in prima fila. (…) Credere nella democrazia, e lavorare, tutti insieme, perché essa diventi più computa; adoperarsi per favorire il bene comune, gli interessi generali, il senso dello stato; avere nel governo della cosa pubblica, a livello locale, nazionale e internazionale un occhio “preferenziale” per i poveri, i meno abbienti…: questi valori non sono né di destra né di sinistra, sono valori e basta e sono valori profondamente cristiani e profondamente laici. Richiedono di essere ricompresi e rivissuti da tutti i cittadini con più forte volontà e, forse, con un supplemento d’anima. Prima ancor di far valere le ragioni delle proprie scelte partitiche, c’è bisogno oggi di una numerosa schiera di semplici cittadini, comuni, proiettati verso un’autentica, lunga stagione di dialogo, nel proprio e nell’opposto schieramento, per immettervi germi di tolleranza: ne siamo sicuri, anche i “politici” saranno contagiati” (1996, n. 6).

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