L’aereo che mi riporta a Roma parte soltanto a sera. Ho una giornata per poter visitare Marsiglia. Dalla stazione san Carlo mi dirigo verso la Canebière. Sono subito alla grande chiesa di san Vincenzo de Paolo, che fa da cattedrale. È una delle ultime chiese costruite da sant’Eugenio. Entro, e con grande sorpresa (non siamo nella Francia scristianizzata?) la trovo gremita di gente per la messa domenicale. Cantano accompagnati dall’organo, partecipano con convinzione… Una grande bella testimonianza di un popolo che crede.
Scendo lungo la Canebière verso il porto. “Se Parigi avesse la Canebière, sarebbe una piccola Marsiglia”, dicevano una volta. In effetti è un bel corso, affollato in questa domenica mattina piena di sole. Tra africani e nordafricani si può incontrare ancora qualche francese.
Sarei voluto andare alla cattedrale per celebrare sulla tomba di sant’Eugenio, ma la domenica la cattedrale di Marsiglia è chiusa…
Mi hanno consigliato di visitare le isole di Frioul, pochi chilometri davanti alla città. I battelli fanno la spola in continuazione. Appena lasciamo il vecchio porto e ci immettiamo in mare aperto le onde burrascose danno inizio alle danze dell’imbarcazione. Il blu del cielo si confonde con quello delle acque, mentre il Mistral (il nostro maestrale) fa da re.
Passiamo accanto alla prima isola, quella di If, resa famosa grazie al romanzo di Alexandre Dumas, Il conte di Monte Cristo. Il castello dal quale il conte” riuscì a fuggire la domina e la occupa quasi tutta. Sbarchiamo nel porticciolo turistico di Frioul, creato nel 1974: solo qualche ristorante e tante barche. Parto subito all’esplorazione, con un vento così forte che a momenti è difficile rimane in piedi senza aggrapparsi a un appiglio. L’isola è un luogo ancora incontaminato, riarso, i rilievi tormentati: calanche, spiagge e insenature, calette isolate, strapiombi, rocce e terreni aridi.
Passiamo accanto alla prima isola, quella di If, resa famosa grazie al romanzo di Alexandre Dumas, Il conte di Monte Cristo. Il castello dal quale il conte” riuscì a fuggire la domina e la occupa quasi tutta. Sbarchiamo nel porticciolo turistico di Frioul, creato nel 1974: solo qualche ristorante e tante barche. Parto subito all’esplorazione, con un vento così forte che a momenti è difficile rimane in piedi senza aggrapparsi a un appiglio. L’isola è un luogo ancora incontaminato, riarso, i rilievi tormentati: calanche, spiagge e insenature, calette isolate, strapiombi, rocce e terreni aridi.
Salgo in alto, fino al forte militare abbandonato: le rovine sono maestose. Da lassù vedo quello che rimane dell’antico ospedale Caroline, dove nel 1800 le navi che provenivano dall’Africa con ammalati di febbre gialla si fermavano per la quarantena. L’aveva benedetto il vescovo sant’Eugenio.
Ma soprattutto da lassù la vista sulla città di Marsiglia, dominata dal santuario di Nôtre Dame de la Garde. Il vento ha reso l’aria tersissima. Lo spettacolo è di una bellezza impagabile.
È ora di tornare. Una visita brevissima alla Madonna de la Garde, il santuario della città fatto costruire da sant’Eugenio, e poi via all’aeroporto… dove l’aereo per Roma non arriva. Va bene lo stesso, voleremo su un piccolo aereo dell’Air Corse!
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