Nato da una donna di sessant’anni (!), con un padre il giro per il mondo a fare il capitano di fanteria nella tristemente celebre masnada di Fabrizio Maramaldo (aveva partecipato al Sacco di Roma), praticamente nessuno riuscì ad educarlo.
A tredici anni Camillo era già un piccolo ribelle irriducibile. Morta la madre il padre se lo portò dietro da un presidio militare all'altro e gli trasmise la passione per il gioco dei dadi e delle carte, l’atteggiamento da bravaccio involgarito.
Quando il padre morì, mentre a 70 anni suonati cercava di arruolarsi nella guerra contro i Turchi, lasciò soltanto la spada e il pugnale.
Camillo era considerato da tutti "fantastico, liberotto e bizzarro". Scendendo sempre più in basso, finì con l’arruolandosi in bande malfamate.
A Napoli, scampato ad un naufragio, si giocò tutto: la liquidazione del congedo, la spada, l'archibugio, i fiaschi della polvere il mantello.
Finì randagio come un cane, vagabondando senza meta, rubando, elemosinando davanti alle chiese con "infinito rossore".
Prova a fare l’infermiere nell'Ospedale romano di S. Giacomo, ma avevano dovuto cacciarlo via perché era soprattutto "malato di molto terribile cervello": attaccabrighe, prepotente, negligente, sempre alla ricerca di soddisfare la passione del gioco. Di notte si calava dalle finestre per andare a giocare a carte fino all’alba con barcaioli e facchini.
Che ci fai con una persona così? Un santo!
Se si è fatto santo Camillo de Lellis possiamo farci santi tutti!
Nella giorno della sua festa sono stato a celebrare nella chiesa della Maddalena, vicino al Panteon, dove san Camillo è sepolto. Perché san Camillo è un mio amico da vecchia data! Ho concelebrato con altre due amici, Donato, figlio di san Camillo, e Joao de Aviz, il nuovo prefetto della congregazione dei religiosi in Vaticano.
Nell’affresco della volta nella sagrestia Camillo è accolto in cielo da San Filippo Neri… ma in terra le cose non sono andate così bene.
Quando Camillo disse a Filippo che voleva fondare un ordine per il servizio dei malati questi, che era suo confessore non ne volle sapere; lo conosceva bene, cosa poteva venir fuori di buono da uno come Camillo… Se si è fatto santo lui…
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