Quale pittore si è sottratto al fascino, al mistero, al dramma, all’ossessione dell’uomo dei dolori che si è addossato il patire del mondo condividendolo con le persone più emarginate e dolenti? Sembra l’attuazione della profezia di Zaccaria “Guarderanno a colui che hanno trafitto” (12, 10), che Giovanni ricorda nel suo vangelo proprio quando vede la crocifissione di Gesù (19, 37).
Ci saremmo aspettati una crocifissione da Renato Guttuso, pittore ufficiale del partito comunista italiano? Nel suo diario, datato ottobre 1940, annota: «Questo è tempo di guerra: Abissinia, gas, forche, decapitazioni. Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati... ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio, per le loro idee... ». Nel disegno preparatorio uno dei carnefici a cavallo presenta le fattezze di Hitler.
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