19 luglio 64, Roma brucia, L’incendio è scoppiato nella notte tra le baracche di legni presso il Circo Massimo. Divampa per cinque giorni distruggendo 10 dei 14 distretti che costituiscono la città.
Le voci dicono che sia stato l’imperatore, Nerone, ad appiccarlo. Qualcuno afferma di aver visto dei pretoriani nel cuore della notte passare per le strade con torce in mano. Per porre fine alle dicerie, Nerone getta la colpa sui cristiani. Il base alle Leggi delle dodici tavole, gli incendiari erano puniti con la pena capitale. Lo storico Tacito racconta che per uccidere i cristiani “si ricorse a mezzi pieni di scherno, quali: rivestirli di pelle di animali selvatici per farli divorare dai cani, crocifiggerli, o dare loro fuoco e lasciarli ardere come fiaccole a tarda notte, fino all’alba”. Paolo e Pietro sono rinchiusi nel carcere Mamertino (andremo a trovarlo), da dove vengono prelevati per l’esecuzione della pena capitale. Sulla via Ostiense vengono separati (in quel luogo un tempo sorgeva la chiesa della Separazione): Pietro viene crocifisso, Paolo decapitato. Andremo sui luoghi del loro martirio.
Quale la data del loro martirio? Bisognerà andare sui luoghi del martirio per saperlo. Ma a noi piace che il calendario romano pone la festa dei santi il 29 giugno: era la festa dei fatidici fondatori di Roma, Romolo e Remo, ora sostituiti dai fondatori della Roma cristiana.
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