È nota la linea retta che dall’Irlanda giunge fino alla Terra Santa, segnata da sette
santuari dedicati all’Arcangelo Michele. Una linea in perfetto allineamento con
il tramonto del sole nel giorno del Solstizio d’estate. Chissà chi l’ha tracciata.
Dicono san Michele stesso con il colpo di spada con cui rimandò il diavolo all’inferno.
Sono
stato nei primi tre, in Irlanda, in Normandia e in Val di Susa, e nell’ultimo
ad Haifa in Terra Santa. I tre principali, a 1000 chilometri di distanza l’uno
dall’altro, sono Mont Saint Michel, la Sacra di San Michele e San Michele
Arcangelo sul Gargano. Quest’ultimo è tra i miei sogni e spero si realizzi
presto. Rimarrà fuori dal mio pellegrinaggio il monastero di san Michele di
Panormitis in Grecia che non avrò mai l’occasione di visitare. Sei forse
basteranno.
Nel
frattempo ne ho appena visitati altri due, fuori linea! Testimoni comunque
della forte devozione per questo angelo.
Il santuario
al monte Sant’Angelo a Palombara, 671 metri sul mare, risalente a IX secolo. Ancora
in restauro, sorge su antiche minuscole grotte scelte come celle da monaci
basiliani provenienti dall’Oriente. È ancora chiuso, ma per fortuna, dopo poco
che arrivo, ecco il direttore dei lavori che viene per un sopralluogo e mi lascia
entrare. Antichi affreschi appena leggibili testimoniano un culto antico. Dall’alto
della roccia Michele arcangelo sembra benedire la valle Suessola da una parte e Napoli dall’altra, il cui mare
scintilla lontano alla luce del tramonto.
Su un’altra
montagna che si scorge all’orizzonte un altro santuario di san Michele, sopra
Maddaloni. Passando per i ponti della valle di Maddaloni risalgo fino al
santuario. Ad accogliermi all’ingresso del parco non c’è san Michele ma l’onnipresente
statua di Padre Pio... Un gruppetto di fedeli recita la coroncina della Divina
Misericordia di santa Faustina. San Michele è latente, questo è comunque il suo
santuario, ravvivato negli ultimi anni da continui pellegrinaggi.
Mi
attira di più Sant’Angelo a Palombara, rustico, silenzioso… Il vescovo lo sta
facendo restaurare nella speranza che torni a diventare un luogo di preghiera,
di ritiro, di esercizi spirituali. Chissà…
Comunque
la prossima volta a Monte sant’Angelo sul Gargano!
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