mercoledì 9 febbraio 2022

I magnifici tre


Per oltre 50 anni, dalla fine degli anni Sessanta del 1900 fino quasi agli anni Venti del 2000, la formazione degli Oblati italiani è stata segnata dalla figura di tre persone, p. Angelo Dal Bello, p. Marino Merlo, p. Sante Bisignano. I formatori, a Marino e Vermicino, si sono succeduti numerosi in quegli anni, ma questi tre Oblati hanno dato un’impronta fondamentale che ha guidato il percorso di tanti.

Chissà perché mi è nato il desiderio di evocarli, con poche note veloci. Senza pretese. Con un taglio personale. Forse per un debito di riconoscenza, una memoria gradita e doverosa, il ricordo di un esempio che chiede di essere mantenuto vivo.

Sto così scoprendo e riscoprendo pagine straordinarie della loro vita e dei loro scritti. Come queste poche parole di padre Marino.

Durante la missione di San Giacomo a Messina, nel marzo 1980, ricordava ai missionari quanto sia essenziale l’unità fra tutti, spiegando che «L’unità non è un modo di essere nostro, ma una persona: Gesù. L’unità non è un accorgimento che noi abbiamo assunto durante la missione, ma Cristo Gesù, “Da questo e per questo crederanno”. L’unità poi è un dono che ci dà Lui, a quel punto comincia l’avventura sia durante la missione, sia nella nostra vota di sempre».

Nella missione di Nettuno, marzo-aprile 1981: «La missione è un’occasione per vivere noi alcune realtà fondamentali della nostra vita. È lo stare con Gesù tra noi, per essere illuminati dalla sua sapienza. È Gesù che va, che fa, che dice. (…) Certamente nel nostro cammino di santità la missione è anche un momento privilegiato di grazia per noi. L’acqua viva che si riversa sui fratelli attraverso di noi, prima di arrivare a loro arriva a noi e ci purifica. Siamo noi la prima terra su cui Gesù sta svolgendo la sua a, questo domanda una grande attenzione».

Nessun commento:

Posta un commento