Attorno alle grotte nelle quali Francesco con i suoi frati prese dimora, lungo i secoli sono sorte le costruzioni più varie, in nuda pietra, abbellita dalla pietra serena. Non è stato seguito un piano prestabilito, ma tutto è sorto per rispondere alle esigenze che sorgevano di tempo in tempo. Eppure una sapienza architettonica e uno spiccato gusto dell’arte hanno fatto della Verna un complesso armonico di straordinaria bellezza. Andrea della Robbia, seguito dalla sua scuola vi ha lasciato i suoi capolavori.
In questi giorni mi muovo con stupore e meraviglia fra
chiostri, corridoi, scale, antri nascosti, ceramiche, capolavori celati, in una continua
contemplazione del bello. Scopro piccoli gioielli d’un’arte minore, nati per
tenere viva la devozione, come una maiolica su un pianerottolo con una
preghiera alla Vergine perché scaldi il cuore ghiacciato.
Ma sono tanti gli ambienti, che scopro giorno per giorno, capaci di raccontare storie antiche, come la dispensa che per secoli ha custodito i beni preziosi del vino, olio, formaggi, pani, indispensabili per il sostentamento della numerosa comunità di frati in tempi di ristrettezze economiche. Anche qui armadi lavorati artigianalmente e poveramente, ma sempre con gusto, perché tutto deve cantare la bellezza di Dio.
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