Caterina de Ricci morì il 2 febbraio 1590, ma a Prato e tra i Domenicani la festa viene celebrata il 4 febbraio.
Grande mistica santa Caterina de Ricci, da far concorrenza alle altre due grandi mistiche toscane: Caterina da Siena e Maddalena de Pazzi. Di quelle che sperimentano fisicamente le esperienze interiori. Il 16 giugno 1541, festa del Corpus Domini, Gesù le cambia il cuore, dandole un cuore nuovo che le consentiva di stare in colloquio ininterrotto con Gesù e Maria. La mattina di Pasqua dell’anno successivo – Caterina ha 20 anni – giunge il “matrimonio spirituale”; Gesù le impone un anello d’oro smaltato di rosso con un diamante bellissimo e le dice: «Questo ti do io in segno che tu sarai sempre mia, e in segno che mai sarai ingannata dal tentatore». Non mancano estasi, luci, locuzioni, profumi... Col cuore in cielo, quindi. Ma i piedi sono ben piantati in terra.
È sorprendente una
lettera che trent’anni anni più tardi, quando ormai è superiore del monastero,
scrive al Granduca Cosimo de’ Medici. Parlando delle sue monache non gli dice,
come ci si aspetterebbe da una mistica, che nel monastero ci sono 170 “anime”,
o “suore”, ma 170 “bocche”, “et in molta povertà costituite”, che si trovano in
“mancamento di grano”. Avrà certamente presente le loro anime, ma intanto deve
sfamare 170 bocche e si dà da fare per provvedere i telai per tessere la lana.
Deve far fronte ai lavori di ristrutturazione del monastero, trovare aiuti e mezzi di sussistenza per poveri e ammalati che vengono costantemente a bussare alla porta. A un suo figlio
spirituale domanda se ha da vendergli trentacinque o quaranta barili d’olio,
«ma che sia olio dolce e buono», gli raccomanda; pagherà il giusto, ma con
comodo «perché non abbiamo ora denari alla mano». E se lui non ha l’olio che
veda da chi comprarlo per loro, e che intanto anticipi i soldi «perché non
sappiamo più dove ci volgere per accattar denari». Non le mancano le
preoccupazione per parenti e conoscenti. Le viene il crepacuore al pensiero che
il papà e lo zio sono in lite per questioni di soldi: scrive che «mi avete
molt’afflitta» e li supplica di «riunirsi e pacificarsi insieme».
Chissà perché quando si
pensa alla mistica si ha spesso l’idea un po’ romantica di una vita
evanescente, persa nell’aria, quasi che per immergersi in Dio si debba vivere
nel disinteresse delle situazioni concrete della vita.
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