giovedì 17 dicembre 2020

Non abbandonarci alla/nella tentazione


 

Due lettori, Sergio e Lina, non meglio identificati, mi fanno una domanda in merito al blog che ho scritto due anni fa: https://fabiociardi.blogspot.com/search?q=non+abbandonarci

Nel titolo e nell'articolo ho notato che riporta “«non più non indurci in tentazione», ma «non abbandonarci nella tentazione». Perché?" ma la vera modifica introdotta non dice «non abbandonarci ALLA tentazione»? Non sono uno studioso, ma mi sembra davvero più corretto «non abbandonarci nella tentazione». È sbagliato forse il titolo?

Il testo italiano nella traduzione della CEI è “non abbandonarci alla tentazione”. Il mio breve scritto contiene un “lapsus freudiano” e tradisce la mia preferenza: “non abbandonarci nella tentazione”.

Premetto che ogni traduzione è interpretazione. Anche il testo greco, da cui traduciamo in italiano, è a sua volta una traduzione dell’aramaico, la lingua nella quale Gesù ci ha dato il Padre nostro. Quale parole ha detto effettivamente Gesù? Le ricostruzioni nella lingua originale sono tutte ipotetiche.

Abbandonarci “alla” tentazione: dà più forza alla testazione, quasi la personifica; da una parte la potente forza del Male, dall’altra il Padre onnipotente; noi in mezzo: chi dei due vincerà?

Abbandonarci “nella” tentazione: si riferisce sia al momento nel quale stiamo per entrare in tentazione, sia a quando vi siamo già dentro. Anche in questo caso chiediamo a Dio che resti al nostro fianco. 

Ormai è fatta. Preghiamo con le parole che i vescovi ci suggeriscono. Il Padre, in ogni caso, non ci abbandona.

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