martedì 14 aprile 2020

Padre Ermanno Rossi, domenicano / 1



La mia ultima foto con p. Ermanno
Il Risorto gli è andato incontro ieri sera, come alle donne nel giorno di Pasqua, e se l’è portato con sé in Paradiso. Fra poco avrebbe compiuto 96 anni.
Mi ha lasciato il suo diario e la sua storia, scritta al compimento dei suoi ottanta anni.
L’ultima parte del suo diario, almeno quello che ho con me (che termina il 13 gennaio 2008), inizia con la sua venuta nella comunità della Minerva a Roma: “5 giugno 2007. Ora, eccomi alla Minerva, nella mia celletta al terzo piano, piccola ma accogliente, con bagno e condizionatore d’aria!  Desidero solo fare la volontà del Padre, dargli gloria e gioia. Devo star attento ad aver l’anima nel silenzio, per percepire la Voce dello Spirito. Ho chiesto a Gesù Eucaristia e a Maria di darmi la grazia di convivere con loro come a Perugia, dove avevo la cappella davanti alla camera. Quale accoglienza ogni giorno!”.

La sua storia inizia con il racconto della giovinezza. Riporto soltanto qualche passaggio:
“Sono partito da casa ad undici anni e mezzo, per andare nel piccolo seminario (Collegio) di Gubbio, retto dalle Missionarie della Scuola; volevo, infatti, diventare domenicano.
Dopo l’entrata in noviziato a Pistoia, nel 1940 – avevo allora 16 anni e mezzo – la mia mente si è aperta all’improvviso. Fu come se mi fosse stato donato un supplemento d’intelligenza.
Sono venuti, poi, i momenti difficili della guerra: gli studi fatti sotto le bombe a Bibbiena (Arezzo) nel Casentino, con strumenti intellettuali di una povertà disarmante.
Studiavamo con passione: i nostri colloqui intellettuali continuavano oltre le ore di lezione - in pratica tutto il giorno - ai bordi dei campi di grano, che non di rado abbiamo mietuto assieme ai contadini. Vivevamo con una parte degli abitanti di Bibbiena, sfollati nell’ambito del Monastero a causa della guerra; con loro abbiamo condiviso gomito a gomito le vicende del primo fronte.
Ci sono stati, poi, i momenti difficili del dopo guerra trascorsi, per vari anni, in famiglia. Vi fui chiamato per aiutare nella gestione dell’azienda familiare mio padre, uscito dal rifugio semiparalizzato. Avevamo allora una piccola fabbrica di conserve alimentari. Mi recavo a casa dopo la chiusura dell’anno scolastico. Passavo nell’azienda paterna tutta l’estate. Frequentavo il secondo anno di teologia. I miei superiori ebbero un gran coraggio a permettermi, fiduciosi, questa avventura.
In fabbrica ero sempre vestito da frate. Mi muovevo in mezzo ad un centinaio d’operai ed operaie, e trattavo con fornitori non di rado camorristi. Quante volte mi sono trovato senza i soldi necessari per pagare tutte queste persone! In quel periodo ho sempre sperimentato un costante aiuto della provvidenza.
Tutto questo mi ha formato; mi ha dato quell’esperienza che non avrei mai potuto avere rimanendo unicamente nell’ambiente conventuale. Dall’esperienza, posso davvero testimoniare che Dio è Amore! A lui vada la lode e la gloria!”

2 commenti:

  1. Grazie Padre Fabio per averci presentato la figura di Padre Ermanno, un religioso che ha testimoniato fino alla fine la fedeltà al Suo Unico Bene e al Vangelo. E' stato un artigiano dell'amore, mai ti avrebbe lasciato nel dubbio o nel dolore... dalla sua Sapienza attingeva speranza e lungimiranza, forza e amore... un amico di Gesù che ha fatto dell'esperienza di Caterina da Siena una pedana di lancio per tuffarsi nel Carisma di Chiara e nell'ut omnes. Ha sempre partecipato alla vita della Parola della comunità del I Municipio di Roma con entusiasmo e affetto per tutti.. pronto a dare la vita, non tirandosi mai indietro. In Paradiso tra Maria, Caterina, Chiara ha raggiunto la meta agognata.... grazie Ermanno guidaci da lassù

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  2. Grazie Fabio per avermi permesso di sapere di Padre Ermanno..grazie i ndelebile e prezioso nel mio cuore il ricordo di 40 anni fa .

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