domenica 26 aprile 2020

Lingua italiana, battaglia persa


Davanti alla mia finestra volteggiano le Frecce tricolore: 25 aprile, viva l’Italia.

Sulla prima pagina del Corriere della Sera noto l’annuncio che al settimanale del giornale è allegata la bandiera tricolore. Il mio piccolo battito di orgoglio patrio viene subito represso quando leggo bene l’annuncio: troverò il tricolore nel “magazine”. Perché “magazine”, proprio per allegare la bandiera italiana? Non sarebbe più appropriato che distribuisse la bandiera inglese o americana?

Mi viene in mente quando salgo sul treno Italo (quando salivo… ormai!). Subito viene annuncia, in italiano, che per qualsiasi evenienza sarà bene contattare il “train magager”. Perché lo chiamano Italo e non Anglo? Abbiamo perso per sempre il capo treno, che dava tanta sicurezza…

Ricordo che a un aeroporto, nell’annuncio diramato in italiano per altoparlante, l’Alitalia aveva usato una terribile parola ricalcata sull’inglese. L’ho fatto notare al banco della Compagnia. La signora si è un po’ risentita difendendo il termine. Poi mi ha fatto gli occhi dolci e con un sorriso di commiserazione mi ha detto: “Lei è un professore, vero?”. “Sì, sono un povero vecchio professore”.
Scusate. Anzi: Sorry.

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