sabato 19 gennaio 2019

Maria a Cana: attenta e intraprendente


Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”.
E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 3-5).

Cana di Galilea, non lontana da Nazareth. Venti giorni fa ero proprio lì, nel villaggio di Natanaele, oggi caotica cittadina di 20.000 abitanti. Se Maria era andata fin lì a una festa di nozze doveva trattarsi di parenti. Stando al Vangelo era arrivata prima che venisse Gesù con i suoi discepoli.
Il racconto è di una ricchezza straordinaria, pieno di significati palesi e nascosti, com’è proprio di Giovanni. Quello che oggi colgo sono due atteggiamenti di Maria.
Il primo è la sua accortezza. Donna pratica si rende subito conto che la festa rischia di finire mai: manca il vino. Qualcuno ha visto brindare agli sposi con l’acqua? È una donna pratica, Maria. La prima volta che prende la parola è per porre una questione concreta all’angelo, che si mostra… troppo angelico: “Come avverrà questo?”. Dodici anni più tardi un’altra interpellanza, questa volta rivolta al figlio: “Perché ci hai fatto questo?”. Ed è lei, naturalmente, a prendere la parola, non Giuseppe.
È una donna attenta, si rende conto delle situazioni. È sveglia! E premurosa. Sono aspetti importante dell’amare e Maria, d’amore, se ne intende.
Non è un primo bell’insegnamento?

Il secondo è la presa d’iniziativa. Non si accontenta di costatare, passa all’azione. C’è un problema, bisogna risolverlo. Cosa fare? Invita Gesù a intervenire. Lui non sembra d’accordo, non è ancora venuta l’ora. Lei va avanti lo stesso, bisogna pur fare qualcosa. Non si rassegna e forza la mano.
L’amore è intraprendente e sa osare.


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