mercoledì 24 gennaio 2018

Gli Oblati, un'ispirazione di Dio

25 gennaio, festa della conversione dell’apostolo Paolo. Per gli Oblati è anche la festa della loro nascita. La prima comunità dei Missionari di Provenza, poi Oblati di Maria Immacolata, ebbe inizio in questo giorno, nel desiderio di continuare l’opera missionaria dell’apostolo delle genti, con la sua stessa passione per Cristo.
Il 16 dicembre 1819, a un mese dell’insediamento del nuovo vescovo di Aix, luogo di nascita della prima comunità missionaria, sant’Eugenio si presentò narrandogli le origini della propria Opera.

Nel corso dell’anno 1815, M. l’abbé de Janson e M. l’abbé Rauzan, s’erano consultati per rispondere alle mire del Santo Padre che desiderava la predicazione di missioni in Francia. Costoro, supponendo la mia disponibilità, si rivolsero a me per invitarmi a unirmi ad essi in questa santa opera. Le loro insistenze furono tali e i motivi addotti così ragionevoli, che mi pareva impossibile non aderire alla proposta.
Non era però senza un gran dispiacere ch’io mi sentivo come forzato a lasciare la diocesi, perché fin dal primo istante che entrai nello stato clericale, m’ero consacrato intenzionalmente al suo servizio. […]
Mi trovavo in questo stato di perplessità quando il Signore mi ispirò il progetto di costituire ad Aix una società di missionari destinati ad evangelizzare preferibilmente i poveri delle campagne fino agli ultimi borghi della Provenza. Feci presenti le mie intenzioni ai vicari generali i quali l’approvarono; e immediatamente misi il progetto in esecuzione, gettando le fondamenta di quella piccola società che da cinque anni lavora ininterrottamente alla conversione delle anime con un successo che è dovuto unicamente a Dio e che può essere considerato un miracolo. […]
Essi l’approvarono e passammo subito all’esecuzione.

Non so cosa rispose il vescovo di allora. So quello che ha risposto Christophe Dufour, l’attuale Arcivescovo di Aix, 200 anni dopo:

S. Eugenio de Mazenod è un vero maestro di questa evangelizzazione. […] Figlio di un ricco, amante del denaro e del lusso – si era ripromesso di sposare una donna che avesse soldi! – come ha potuto dare alla sua vita questo orientamento fondamentale: andare a portare il Vangelo ai poveri? Così rispondeva: “Perché Cristo stesso mi ha chiamato”. Cristo l’ha chiamato, un po’ come l’apostolo Paolo, quando fissò gli occhi sulla Croce, il Venerdì santo 1807, nella Chiesa della Madeleine. Sant’Eugenio, sotto una cert’aria di superiorità, il desiderio di piacere agli occhi del mondo, nascondeva una povertà, una ferita. Essendo povero, ha potuto accogliere il Vangelo e vivere un vero incontro con Cristo. Perché era povero, Cristo è andato a lui. […] Davanti alla croce, ha riconosciuto la sua povertà e Cristo l’ha sedotto.


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