“Santi non si nasce, si diventa”. Chissà chi per primo ha detto questa frase diventata famosa? Che sia vera lo dimostra, ancora una volta, la storia di Armando Messuri. Una persona che all’inizio appare un po’ scialba. Accanto alla sorella più grande, una vera santa, morta a 19 anni il giorno dell’Assunta, come aveva chiesto alla Madonna, Armando appare troppo “normale” per far pensare che sarebbe diventato santo. Le valutazioni dei suoi formatori sono inequivocabili al riguardo. Lo descrivono “normale”, con niente di straordinario, timido, poco appariscente, con difficoltà di apprendimento, sempre col mal di testa, anemico… Non diversamente lo ricordano i compagni. Una volta divenuto prete anche solo preparare un’omelia si rivela un’impresa difficile.
Come mai a un certo momento scatta qualcosa che trasforma
questo uomo un po’ insignificante in una persona tutta d’un pezzo, decisa,
piena di iniziativa? Lui che appariva un po’ ombratile diventa solare, con
tanta gioia da venderne agli altri e infondere pace anche in tempo di guerra!
Sa amare e sa farsi amare.
Scorrendo la sua vita si avverte una accelerazione
progressiva e costante. Appena divenuto sacerdote, dopo le prime esperienze a
Santa Maria a Vico, nel Casertano, si vede catapultato nel nord Italia, lui
uomo del Sud, in un paesetto del Veneto, Oné di Fonte. Gli fa bene stare con i
giovani, in maniera semplice, amichevole. Lentamente gli passano i complessi,
le malattie più o meno immaginarie, e si dona con attività straordinaria.
Assieme ai giovani concentra la sua attenzione e le sue premure sulle famiglie
in difficoltà (e quale famiglia non ha difficoltà…).
Dal nord al centro Italia, a Marino, sui Castelli Romani.
Assieme alla pastorale con i giovani, gli viene affidata quella con le suore di
diversi conventi, verso le quali mostra una profonda capacità di
accompagnamento spirituale, una vicinanza che diventerà tangibile quando dovrà
estrarre molte di loro dalle macerie dei bombardamenti. Infine l’aiuto alla
gente, la vicinanza a tutta la cittadina di Marino, in quel terribile periodo
di guerra fatto di distruzioni, paure, fame, odio... Senza mai riposo, né giorno
né notte, senza risparmiarsi, incurante dei pericoli.
Cos’è che l’ha fatto diventare un santo? I bisogni della
gente, il loro grido di aiuto, le sofferenze che vedeva attorno a sé. Ha
dimenticato sé stesso, la sua pochezza, la sua timidezza e si è messo in
donazione verso gli altri, a totale servizio di tutti. Ha risposto con
generosità ai bisogni delle persone. È la gente che lo ha fatto diventare
santo, facendo di lui un pastore compassionevole, fino a dare la vita per il
suo gregge.
Forse la Chiesa non lo proclamerà mai santo, ma non importa:
sappiamo che i santi sono molto più numerosi di quelli dichiarati tali. Padre
Armando è un santo comunque. Lo è diventato lentamente e sempre più
decisamente. L’ha detto anche san Pio da Pietralcina! Si racconta che quando i
resti mortali di p. Armando dovevano essere trasportati dal cimitero di
Camigliano – dove era nato e dove era stato sepolto – alla cappella del Centro
Giovanile degli Oblati a Marino, il medico legale aveva negato l’autorizzazione.
Il medico era però figlio spirituale di padre Pio e proprio padre Pio, morto
poco tempo prima, gli apparve in sogno e gli impose di dare l’autorizzazione
perché, così gli avrebbe detto, “p. Messuri è un santo”.
Questo nuovo libro - Una straordinaria persona "ordinaria". Il "martirio" di p. Armando Messuri, Marino 2025, 82 p. - ripercorre brevemente la sua storia, per scoprire il
segreto della sua trasformazione e imparare, forse, qual è il cammino per
diventare santi.
È bello incontrare queste luci che illuminano il cammino quotidiano!
RispondiEliminaÈ bello incontrare queste luci di santità "normale" sul nostro cammino!
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