sabato 24 maggio 2025

Un monachesimo vivo e gioioso


Chi avrebbe mai immaginato luoghi così belli e un’accoglienza così festosa. Monache e monaci pieni di gioia! I due monasteri, pur distanti un’ora l’uno dall’altro, sono molto legati e si sente tra tutti una comunione profonda.

Dopo la serata di ieri con le monache e la visita al monastero di Camporeggiano, oggi messa nella loro chiesa, con la solennità e la semplicità che si conviene a persone dedite alla contemplazione… e non solo, lavorano come tutti: l’orto, il pollaio, l’artigianato, la fabbrica di biscotti, l'accoglienza… Un’azienda vasta, con edifici per l’ospitalità di giovani, famiglie, persone desiderose di pregare nella calma e nel silenzio. Ma anche con tanti volontari che vengono da più parti per le manutenzioni e dare una mano di qua e di là.

Poi siamo partiti alla volta del monastero dei monaci a quasi un’ora di distanza, sempre tra queste colline verdissime: a ogni curva, su queste strade sterrate, verrebbe da fermarsi ad ammirare il paesaggio in una giornata piena di luce.

Monte Corona, abbazia storica abbandonata, diroccata e ora rifiorita per dare continuità all’esperienza monastica: un Ordine nuovo che prendere le consegne di un Ordine antico.

Solitamente sono i monaci e le monache di questi due monasteri che vengono a Roma per i nostri incontri di studio e di condivisione. Questa volta siamo andati noi da loro, anche se soltanto in pochi, altri non sono potuti venire a causa dello sciopero dei treni…

24 ore, eppure abbiamo vissuto ogni momento con un’intensità che non avremmo immaginato: sembra di essere stati insieme un tempo senza tempo. Anche la comunione delle esperienze e dei progetti è stata particolarmente profonda.

Al termine, monaci e monache, mi hanno chiesto una “lectio magistralis”: in quel clima è stato facile ed è fiorito, in tutta la sua bellezza, il disegno di Dio su quest’opera monastica.







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