La
Chiesa di domani? «Essa diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da
capo. Essa non potrà più riempire molti degli edifici, che aveva eretto nel
periodo della congiuntura alta. Essa, oltre che perdere degli aderenti
numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società». Ripartirà
da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al
centro dell’esperienza. Gli uomini, sempre più solitari, «scopriranno allora la
piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo. […] La chiesa
conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad
essi dà vita e speranza oltre la morte». Si rivelano profetiche queste parole sul futuro della
Chiesa con le quali, nel Natale del 1969, l’allora professore di teologia Joseph
Ratzinger, concludeva un ciclo di cinque lezioni radiofoniche. Il libro che
le raccoglieva, Fede
e Futuro, apparve in italiano nel 1971.
Quattro
anni più tardi Chiara Lubich sembra muoversi nella stessa direzione immaginando
anche lei la Chiesa del futuro: piccoli gruppi di persone con Gesù in mezzo a
loro. Aveva appena terminato di comporre quattro conversazione sul tema “Gesù
in mezzo”, che pubblicherà nel 1976 col titolo Dove due o tre...
«Nella nostra vita – spiega all’inizio del libro – abbiamo dato senz’altro a
“Gesù in mezzo a noi” il posto preminente. Sappiamo infatti che tutto ha valore
di ciò che facciamo se c’è Gesù in mezzo, e nulla se non c’è Gesù in mezzo». Agli
inizi della sua esperienza, negli anni Quaranta, era rimasta colpita dalle
parole di Gesù: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro» (Matteo 18, 20), “scoprendo” che egli non soltanto era presente dentro di
sé o nel fratello accanto, ma anche in mezzo a quanti si trovavano uniti nel
suo nome.
Quando il 17 novembre 1975, durante una sua visita alla cittadella di Loppiano (Firenze), le fu chiesto di sintetizzare in poche parole quelle conversazioni, così rispose:
Gesù
in mezzo, da quando quest’estate mi sono messa a meditarlo, a pensarlo, a
comunicarlo, è diventato qualche cosa di immensamente più grande di come era
prima […]. Perché Gesù in mezzo è Gesù! Non è che qui fra noi ci sia una
formula o ci sia una virtù o ci sia la bontà o l’attenzione o il divino; qui c’è
una persona; noi con i nostri occhi non la vediamo, ma Lui ci sente e scruta
ogni nostro pensiero, ogni palpito del nostro cuore, ogni adesione della nostra
anima. Lui c’è. Io non so se è lì, se è qua, se è là; immagino che sia in tutti
e che ci avvolga tutti. Ma Lui, persona, c’è. […] Questa sua presenza mi fa
paura quasi, mi mette il timore di parlare sapendo che Lui mi ascolta […]. E
quello che più di tutto, forse, mi ha colpito approfondendo la realtà di questa
sua presenza è stato questo: che per Lui bastano poche cose: due o tre; e che
lì dove è Lui forma quell’Opera che Lui è venuto sulla terra a formare: la
Chiesa. Per cui ha suscitato dentro di me una passione immensa di costruirgli
mille, mille, mille, mille, migliaia, migliaia, milioni di chiese, non fatte di
muratura, ma di due o tre uniti nel suo nome sparsi in tutto il mondo. […]
Non
sarà forse Gesù in mezzo in queste chiese volanti, e che possono andare in
tutto il mondo, l’anima del mondo di domani? […] E questo attraverso sempre
piccole cose, come Gesù che nasce […] in una stalla: attraverso due o più: due
o più ragazzi, due o più ragazze, due o più signore, la mamma e un figlio, la
nuora e una suocera, due o più.
L’idea
di poter costruire con Gesù-persona in mezzo a noi un’infinità di chiese, è l’idea
che più dà alla testa a me in questi giorni, e vorrei comunicarla a tutti voi,
in modo da sapere che abbiamo una ricchezza in mano che se qualcuno viene dal
di fuori qui non può capirla; mentre voi perché siete stati scelti, e siete
giovani, e siete piccoli o da piccoli avete imparato questo spirito, voi sapete
che cosa significhi, perché Gesù in mezzo vi ha guidato ancora, Gesù in mezzo
vi ha portato avanti ancora, è stato Lui a darvi la luce, è stato Lui ad
asciugarvi le lacrime, è stato Lui a togliervi dai dolori, a togliervi dalle
angosce, dalle tentazioni, è stato Lui, Gesù in mezzo, la nostra luce.
Io
vorrei comunicarvi […] soprattutto la passione che invade il mio cuore, di
invadere l’umanità, di costruire in tutta l’umanità tutte queste chiese.
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