Canale d’Agordo. Visito il museo di papa Giovanni Paolo I. Realizzazione moderna, fine, curata nei particolari, documentata, che ripercorre la storia della vallata, della famiglia Luciani, e accompagna l’intero cammino di Albino da quando era bambino fino al papato. Un racconto commovente. Una visita che vorresti non finisse mai perché porta gradatamente dentro un mondo antico che parla ancora in maniera eloquente.
Il Papa del sorriso è molto più di un
sorriso, è testimonianza di sofferenze, di tenacia, di fede, di dedizione, di
coraggio… La sua non è una esperienza isolata, ma come appare chiaramente dalla
mostra, il frutto di tutto un ambiente, una cultura. La storia di Papa Luciani,
come quella di ogni persona, è accompagnata dalla natura e dalla storia di
queste terre, dall’esempio di tanti piccoli, grandi protagonisti di un cammino
comune, che visitando la mostra appaiono gradatamente uno dopo l’altro. È la
crescita di tutto un popolo. Collocata nel suo contesto la storia del Papa si
staglia per la sua unicità, semplice e profonda, umanissima e pienamente
intrisa di divino.
Visito poi la casa paterna. È la prima volta. Quando venivo qui, il fratello con i suoi modi un po’ bruschi non ci ha mai fatto
entrare: “Per vedere cosa?”. Adesso anche la casa è stata trasformata in museo
e racconta, a differenza del grande museo centrale, l’umile epica storia della
famiglia, radicando ancora una volta l’esistenza di papa Luciani.
Alla porta della chiesa acquisto un piccolo libro con 100
pensieri del Papa: scorrono con freschezza come il torrente
vicino. Copio il primo:
“Noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile.
Sappiamo: Dio ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando ci sembra sia
notte. È papà, più ancora, è mamma. Non vuole farci del male; vuole solo farci
del bene a tutti, i figlioli se per caso sono malati, hanno un titolo in più
per essere amati dalla mamma. E anche noi, se per caso siamo malati di
cattiveria, fuori strada, abbiamo un titolo in più per essere amati dal Signore”.
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