sabato 16 maggio 2020

Le parole del Risorto / 14 / Venite a mangiare


Con l’incontro di Tommaso il Vangelo di Giovanni sembrerebbe concluso. Ci sono invece ulteriori parole del Risorto.
La scena questa volta si sposta sul mate di Tiberiade dove Pietro con un gruppo di altri apostoli è tornato a pescare. Il Signore si manifesta loro stando sulla riva, all’alba, mentre i sette stanno tornando dopo una notte infruttuosa.
“Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. La risposta è secca e categorica: “No” (21, 5).
Li aveva chiamati “fratelli”. Adesso torna a chiamarli “figlioli”, paidioi, bambini, fanciulli, come si era rivolto loro nel cenacolo durante l’ultima cena.
Gesù appare come un padre premuroso. Si interessa dell’esito della pesca, vuol sapere se hanno in serbo qualcosa da mangiare.
Se oggi Gesù rivolgesse la stessa domanda, ci sarebbero milioni di voci che darebbero la stessa risposta: “No”. Non ci si crede, ma ancora oggi milioni di uomini, donne, bambini, continuano a morire di fame. “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Per questo ci rivolgiamo al Padre e gli chiediamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Per questo Gesù continua a ripetere: “Date voi stessi da mangiare”.

La barca si sta avvicinando alla riva, ed è vuota. È la barca di Pietro, divenuta simbolo della Chiesa. Quanto lavoro, quanta fatica, e la barca rimane vuota. Gesù li ha fatti pescatori di uomini, ma la loro barca rimane vuota. Pietro è andato a pescare di sua iniziativa, come fosse affar suo: lavoro infruttuoso.
Gesù si rivolge ancora a loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” (21, 6). Come per incanto la rete si riempie all’inverosimile. “È il Signore!” esclama il discepolo prediletto.
Certo, chi altro poteva essere? È lui che guida la barca di Pietro, anche nei momenti più bui. L’aveva detto: “Senza di me non potete far nulla” (15, 5). Con lui che dirige le manovre e con loro che le eseguono docilmente, la sterilità diventa improvvisamente feconda.
Ora è la rete di Pietro a simboleggiare la Chiesa. Ha raccolto una “grande quantità di pesci”, per l’esattezza “centocinquantatré grossi pesci”. Si sono messi a contarli? Ma quando mai. Forse un numero simbolico per dire tanti. Quando Gesù è all’opera e la Chiesa si rende suo strumento la pesca di uomini è incredibilmente abbondante. E benché i pesci fossero tanti “la rete non si squarciò” (21, 11): lo stesso verbo usato per la tunica di Gesù, che non fu squarciata dai soldati romani (19, 24). Come la rete, come la tunica, la Chiesa rimane comunque una.

“Portate un po’ del pesce che avete pescato ora” (21, 10). Ma la tavola è già imbandita ed egli, come padre di famiglia, raccoglie attorno ad essa i figlioli, come aveva fatto a Emmaus, nel cenacolo… Ho già preparato la grigliata: “un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane” (21, 9).
“Venite a mangiare” e prese il pane e lo diede loro (21, 12-13). Come aveva già fatto su quel lago quando moltiplicò i pani per le folle (6, 11). Farà sempre così: ogni volta che viene spezzato il pane “in sua memoria” egli si manifesta ai discepoli e li sfama.
“Venite a mangiare”. Soltanto il Risorto può saziare la fame di chi non ha nulla da mangiare.

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