Mercoledì sera sono ripartito da Istanbul assieme a Palko, arrivato nel frattempo da Budapest. Giungiamo a Mumbai a mezzanotte. Sono le 4.30 ora locali. Il disbrigo delle formalità va per le lunghe, come capita spessa. Quando usciamo inizia ad albeggiare: il richiamo va subito all’Immacolata, di cui è ormai la festa, aurora che preannuncia l’avvento del sole che è Cristo.
All’uscita dal parcheggio si deve pagare, come ovunque. Qui non c’è però una cassa automatica, ad ogni casello ci sono quattro persone per riscuotere il biglietto: uno lo prende e lo passa a un altro che controlla, il terzo riscuote i soldi, il quarto ti dà la ricevuta, un buon metodo per dare lavoro a tutti!
Una volta l’aeroporto era in periferia, adesso la città lo ha inglobato. Il traffico è già a pieno ritmo. 20 milioni di abitanti. Ogni giorno 1000 persone in più. Lungo alcune strade file di persone allineate lungo il marciapiede dormono ancora, avvolte nella loro coperta. Mi ritorna alla mente (come mi accade spesso, non l’ho mai dimenticata) l’immagine che mi colpì nel 2006, quando venni in India per la prima volta e attraversai la città di notte: un bambino che si era svegliato e stava in piedi, perduto, tra tutti gli altri che dormivano ancora lungo la strada…
Nel pomeriggio, seduto per terra davanti al minuscolo altare, celebro la messa dell’Immacolata, in comunione con tutti gli Oblati del mondo.
Fuori casa, sotto la tettoia che ripara dal sole, la scuoletta per i bambini del quartiere, una delle tante opere sociali del Movimento.
Con Luciano Curà, ormai un autentico guru indiano, parliamo a lungo dell’Hinduismo e delle scritture Hindu, dei legami con il mondo greco antico e dei significati profondi che nascondono le nostre lingue di derivazione indoeuropea… Sono già immerso in questa antichissima e ricca civiltà.
Oggi, 9 dicembre, ultimi preparativi per il simposio che inizierà doman
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