Scritture Hindu |
Venerazione della Bibbia |
Tornando a casa dall’India ho trovato il presepe già pronto, con tutti gli elementi tradizionali. Accanto alla capanna vi è però un elemento nuovo: un bellissimo vangelo aperto, con una preziosa miniatura. Ripensando all’esperienza di questi giorni mi torna alla mente come ogni religione venera i propri libri sacri perché portatori di parole di salvezza, spesso ritenute rivelate. In Egitto, Thot, lo scriba degli dei, diede agli uomini il Libro dei morti, un testo sacro che indicava la via per salvarsi dalla morte. In India i Veda trasmettono una sapienza eterna, ricevuta per rilevazione e per tradizione, oggetto di contemplazione dei veggenti e dei vati. Il Tipitaka del mondo buddhista possiede una sua sacralità, mentre nel Buddismo Mahayana acquistano caratteri di rivelazione alcuni testi salvifici come il Saddharma Pundarika (il Sutra del Loto) e il Sukhavati–vyuha per il Giappone. Grande venerazione ha il Granth, libro sacro dei Sikh, così come il Purvos per il Giainismo, i Cinque Classici e i Quattro Libri per il Confucianesimo, il Tao Te Ching per il Taoismo, il Corano per i Musulmani.
Venerazione delle Scritture Sikh |
La venerazione dei libri sacri si esprime in mille modi. In India ho visto con quanta cura essi sono custoditi sia Hinduisti, dai Sikh, e dagli stessi cristiani che nelle chiese da una parte dell’altare hanno posto il tabernacolo, dall’altra la teca per la Bibbia.
Il Natale ci ricorda tuttavia che il Vangelo non è semplicemente un libro sacro, esso racchiude il Signore Gesù. Non siamo la religione del Libro, come abitualmente si dice, ma di una Persona. Gesù è la Parola che Dio Padre pronuncia da tutta l’eternità e che si fa parola umana. La sua dottrina e la sua persona, la sua opera e il suo insegnamento sono inseparabili. Attraverso le sue parole egli si rende continuamente presente nella sua Chiesa e continua a parlare ad uomo e donna di ogni tempo.
Nessun commento:
Posta un commento