mercoledì 14 dicembre 2011

Viaggio in India: Tyaga, il mio nuovo nome hindu


13 dicembre. Questa mattina presto siamo partiti da Lonavala per tornare a Mumbai. Un ultimo sguardo all’altopiano di Shayadri, che attraversa mezza India, con i suoi picchi. Giù nei canyon, che si intravedono dall’autostrada, abitano le tribù indigene. Le montagne sono ancora verdi, ma la natura sembra stanca, in attesa delle piogge che verranno soltanto a giugno. A mano a mano che scendiamo si fa sentire l’aria pesante di Mumbai.
La città ci accoglie con il suo traffico caotico, che ha un suo aspetto positivo: mi consente di guardare con calma i camioncini che portano le verdure ai mercati, con sopra i contadini addormentati; chissà come si sono alzati presto e quanta strada hanno fatto dalle campagne. Posso guardare da vicino i tricicli taxi e le vecchie Fiat 1100 taxi che portano la gente al lavoro. Posso guardare il popolo che vive ai margini delle strade: metà della popolazione di Mumbai non ha casa. Posso guardare da vicino i mille negozi che si affollano completamente aperti sulla strada, i camion colorati, gli autobus di linea stracolmi… La città inizia il suo nuovo giorno.
Quando giungiamo nel campus dell’università Somaiya la scena cambia: parchi, edifici eleganti, grappoli di studenti che passeggiano nei viali alberati… Sono stato qui nel mio primo viaggio in India, per un seminario sulla mistica.
Kala ci accoglie con l’amabilità di sempre, ci introduce nel suo ufficio dove ritroviamo le sue efficienti assistenti e colleghe. Guardiamo insieme gli album con le foto dei tanti incontri interreligiosi, quelle con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI… Dopo aver bevuto l’inimitabile tè alle spezie, scendiamo ad accogliere il cardinale Gracias (“Perché gli Oblati non sono a Mumbai?”, mi domanda) ed inizia la seconda parte del nostro simposio, aperto, questa mattina, agli studenti della facoltà di Sanscrito. Il tema è sempre quello sulle Scritture, in particolare sul loro valore per i giovani di oggi. Vino Aram si rivolge ai giovani con una forza straordinaria, una autentica leader, capace di parlare al cuore di tutti. Non da meno il cardinale. Ambedue partono dalla situazione reale dei giovani nella società indiana a in particolare nella metropoli di Mumbai, mostrando tutte le opportunità che hanno e come davvero le Scritture sacre possano essere di aiuto. Nella seconda parte della mattinata la parola passa agli studenti, hindu, musulmani, jainisti, che parlano delle loro Sacre Scrittura, con interesse e passione.
Nel pomeriggio il simposio riprende con la presenza di un gruppo scelto di studenti. Tre professoresse hindu continuano nella presentazione del Vedanda, su come Gandhi ha letto le Scritture delle diverse religioni, sul valore del Tyaga, l’offerta-sacrificio delle Scritture hindu. La presentazione dei diversi aspetti del sacrificio è così bella e profonda che alla fine “rivelo” a tutti che, oltre a quello di Fabio, ho un altro nome: Oblato. Spiego il senso della mia oblazione, ma soprattutto del sacrificio di Gesù, della Messa e del senso che esso dà ad ogni nostra oblazione. Con il consenso di tutti, ho acquistato il mio nuovo nome hindu: Fabio Tyaga!
La serata termina nell’auditorium dell’università con le danze tradizionali indiane di Raul e Mitali, marito e moglie, e le due bambine di 4 e 8 anni: una autentica preghiera! 

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