In cielo brillano le stelle, / si chiudono gli occhi degli innamorati. / Ogni donna innamorata è sola col suo amato. / E io sono sola, qui, con te, Mio Signore!
Così pregava Rabi’a al-Adawwiyya, la famosa mistica mussulmana del secolo VIII, che un giorno fu vista correre per una strada di Bassora, portando una torcia accesa in una mano e nell'altra un secchio d'acqua; voleva incendiare il Paradiso e spegnere l'Inferno, perché si amasse Dio senza sperare ricompense o temere castighi.
La sua poesia mi è tornata alla mente quando ho sentito la notizia che sulla terra il numero delle persone non sposate ha superato quello delle sposate. Indice che l’età media della popolazione si abbassa sempre più o che ci si sposa sempre meno? Quest’ultimo dato è incontestabile e le motivazioni sono molteplici e complesse: problemi economici, incertezze sul futuro, timore di un rapporto stabile, disaffezione alla famiglia… La poesia di Rabi’a mi suggerisce una ulteriore ingenua motivazione: non c’è più modo né tempo di guardare le stelle che brillano in cielo. Chissà com’era stellato il cielo di Persia in quel VIII secolo; come quello, penso, che ho scrutato poco tempo fa nella pampa argentina: una Via lattea talmente luminosa da sembrarmi una nube splendente di luce; nella notte fredda, guardando il cielo, mi si è riscaldato il cuore.
La luminescenza della città non consente più di scorgere le stelle. E se anche si vedessero non ci sarebbe più il tempo per contemplarle: più potente la luce del computer mentre internet fagocita i pochi momenti liberi. Gli occhi degli innamorati non si chiudono più dopo aver contemplato le stelle, ma arrossati e stanchi dopo ore di TV e dopo aver navigato su mari telematici; non c’è più voglia né tempo per fare l’amore.
Lo stesso può accadere anche a donne e uomini – monaci e religiosi – che avevano deciso di dedicare a Dio tutta la loro vita. Chissà se veramente possono ripetere quanto soleva dire Rabi’a: «L’amore di Dio ha riempito il mio cuore a tal punto che non c’è rimasto posto per amare o desiderare un altro». Senza essersi riempiti gli occhi con un cielo di stelle non sperimentano la gioia di poter dire: E io sono sola, qui, con te, Mio Signore!
Accanto ai programmi del nuovo governo, incentrati sull’economia e il lavoro – ne abbiamo estremo bisogno – occorrerà programmare uno stile di vita più contemplativo, pena l’impoverimento morale della società, senza più famiglie, senza più testimoni dell’Assoluto
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