Chi vive il Vangelo arriva, come l’apostolo Paolo, ad avere «il pensiero di Cristo» (1 Cor 2, 16). Acquista la capacità di leggere le realtà della storia, le esigenze della società con il suo sguardo di Cristo. Sa quindi essere creativo ed operativo nella storia.
Poiché la Parola vissuta ha la potenza stessa di Dio, i santi che l’hanno vissuta hanno mostrato, con le opere, ciò di cui essa è capace. Per capire cosa contiene un seme occorre seminarlo e vederlo crescere. Per capire cosa contiene la Parola di Dio e di cosa è capace, occorre accoglierla con cuore puro, metterla in pratica. È così che i santi, proprio vivendo la Sacra Scrittura, hanno costruito monasteri, ospedali, scuole, centri di preghiera e di meditazione, hanno ispirato politica ed economia…
Ma hanno sperimentato anche la libertà, la gioia, il coraggio della coerenza evangelica. L’amore, fatto di perdono, compassione, condivisione, disposto a giungere fino al dono della vita, diventa il loro tratto caratteristico. Hanno compreso il senso profondo della nostra vita: sanno perché vivono. Hanno acquistato una fiducia nuova in Dio Padre, un rapporto di autentica e sincera figliolanza con lui e, insieme, sanno infondere fiducia e acquistano un atteggiamento di amore concreto e di servizio fattivo verso i loro fratelli. Sono uomini e donne di pace e costruttori di pace e di unità.
È la conclusione di una conferenza che ho appena terminato di preparare per il prossimo viaggio in India. Avrà come titolo Interpretare la Scrittura con la vita: l'ermeneutica dei santi. Incontrerò tanti amici, degli autentici “santi”, come quelli della foto, incontrati tempo fa a Mumbai…
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