venerdì 4 novembre 2011

San Carlo Borromeo e san Carlo de Mazenod

Sant'Eugenio in un dipinto un po' originale,
nella chiesa di  Obra, Polonia
“Tutte le vostre cose si facciano nella carità, così potremo superare tutte le difficoltà che innumerevoli dobbiamo sperimentare giorno per giorno; e così avremo le forze per generare Cristo in noi e negli altri”. Sono parole che san Carlo Borromeo pronunciò nell’ultimo sinodo diocesano.
Ogni anno san Carlo Eugenio de Mazenod ricordava il suo santo patrono: tutti nella famiglia, da generazioni, portavano il suo nome, anche la sorella Carlotta! Nel 1825 l’aveva dato perfino ai suoi Oblati chiamando “Oblati di san Carlo”. Ma per fortuna lo sapeva soltanto lui e pochi altri. Appena un anno più tardi scriveva che aveva fatto un torto a Maria a non chiamarsi subito “Oblati di Maria Immacolata”, con buona pace di san Carlo Borromeo.
All’inizio lo attirava l’idea che san Carlo aveva messo insieme un gruppo di sacerdoti per le missioni e la direzione dei seminari, come gli piacevano l’Oratorio di san Filippo Neri e i Padri della Missione di san Vincenzo de Paoli. Lo affascinava quel vivere insieme di sacerdoti, legati soltanto dall’amore e tutti donati per l’annuncio del Vangelo… Sì, “Tutte le vostre cose si facciano nella carità… e così avremo le forze per generare Cristo in noi e negli altri”.

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