In deroga al ritiro, oggi visita all’eremo di Camaldoli per respirare l’icanto della solitudine con Dio.
Sarà stata questa solitudine ad attirare qui, già prima della guerra, tante personalità? Mons. Montini aveva portato a Camaldoli il fior fiore della intellighenzia cattolica italiana organizzando con lungimiranza, nella foresteria antica del cenobio camaldolese, i corsi formativi degli universitari e dei laureati cattolici che, alla caduta del fascismo, avrebbero preso in mano gran parte delle sorti politiche, economiche e culturali dell’Italia democratica.
Grazie a questa pubblicizzazione di Camaldoli da parte di mons. Montini, si davano appuntamento presso la foresteria del cenobio anche altri gruppi di cattolici italiani che condividevano lo stesso assillo montiniano per la democrazia in Italia.
Frutto di queste presenze fu il famoso Codice di Camaldoli, che raccolse le istanze cristiane da introdurre nella futura nuova Costituzione della Repubblica italiana.
Sono passati da Camaldoli personalità ecclesiastiche come il card. Elia Dalla Costa; i padri Giuseppe Ricciotti, Mariano Cordovani, Primo Mazzolari; i futuri cardinali Siri, Urbani, Bevilacqua, Pignedoli; e laici come Aldo Moro, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, per citare solo i più noti.
Poi fu la volta di Giuseppe Lazzati, Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giorgio La Pira; dei cardinali Lercaro e Pellegrino, di mons. Bartoletti e mons. Bettazzi; Raniero La Valle, Mario Gozzini, David Maria Turoldo, Ernesto Balducci, i coniugi Alberigo di Bologna, Paolo Prodi, Pier Cesare Bori e tanti altri.
E ora… ci siamo noi!
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